Se c’è un film che vi consigliamo di recuperare in questi strani mesi d’inizio 2021 è Calm with horses di Nick Rowland, uscito in Italia con il titolo L’ombra della violenza. Ed eccovi la nostra intervista a Cosmo Jarvis, straordinario protagonista di questa cruda tragedia contemporanea.
Sullo sfondo della provincia irlandese, in uno scenario dove i giovani non sembrano intravedere un futuro, Jarvis interpreta con stupefacente sensibilità un ex boxer professionista, Arm, intenzionato a rimettere in sesto la propria vita, e così il rapporto con il suo bambino, affetto da autismo.
Dal punto di vista di Arm la svolta significa lavorare per la più potente famiglia criminale del paese, i Devers, specializzata in spaccio di droga. E il banco di prova per la sua assoluta lealtà si rivelerà naturalmente la prima richiesta di uccidere.
Dopo la straziante interpretazione di Barney, indimenticabile reduce della quinta stagione di Peaky Blinders, dopo Lady Macbeth di William Oldroyd (2016) e l’affascinante figura del Creatore nella serie Raised by the wolves, Cosmo Jarvis affronta così una nuova sfida.
Cantautore, polistrumentista, regista e attore, nato nel 1989 in New Jersey ma cresciuto in Inghilterra, a Newton Abbot, Cosmo Jarvis ha al suo attivo tre album, svariati film, una tra le più grandi serie di culto dell’ultimo decennio, nonché il nuovo capolavoro Sci-fi di Ridley Scott.
Ne L’ombra della violenza Cosmo Jarvis è affiancato da Barry Keoghan (Il sacrificio del cervo sacro di Yorgos Lanthimos) e Niamh Algar (che ha condiviso con lui anche l’esperienza con Ridley Scott e il set della serie Raised by the wolves).
Questa triade di grandi talenti diventa il cuore di un film dolente, fortemente contemporaneo, eppure stranamente neorealista, interpretato da Cosmo Jarvis con un senso d’intensità e verità davvero fuori dal comune.
Ma ecco come l’attore ci racconta L’ombra della violenza. il film di Nick Rowland, presentato al Toronto Film Festival e certificato fresh con il 94% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, è ora disponibile in tutti i digital store.
Cosmo Jarvis: la nostra intervista
MZP: Ciao Cosmo. Anzitutto grazie per questo film che mi ha veramente toccato. La tua interpretazione di Arm è così autentica che ho quasi difficoltà a vederti qui su Zoom e ricordare come non siate la stessa persona.
Dove hai preso ispirazione per costruire questo personaggio? Ci sono magari delle persone reali, degli eventi reali a cui ti sei ispirato?
Cosmo Jarvis: “Grazie della domanda! Assolutamente sì. Quand’ero teenager nel posto dove sono cresciuto ho conosciuto delle persone che non somigliavano esattamente ad Arm ma possedevano alcuni suoi tratti. Sono persone con cui non vorresti mai scontrarti.”
“Possono essere incredibilmente gentili, ma se ti capita di offenderli, anche non volendo, se pensano che tu gli stia mancando di rispetto, le cose possono diventare veramente difficili. Non erano persone cattive ma incutevano un certo timore.”
“Più che a una singola persona nella sua interezza, comunque, mi sono ispirato a una certa aura, l’energia che ho immaginato quest’uomo dovesse possedere mentre leggevo la sceneggiatura e costruivo il personaggio.”
“Ci sono molte persone che ho conosciuto nel corso della mia vita che potevano avere diverse versioni di questi tratti caratteriali e che hanno influenzato le scelte che ho fatto. Ma non significa che ho modellato le mie scelte su un solo individuo.”
“Suppongo che stessi cercando di creare un personaggio che, seduto vicino a una di queste persone, potesse effettivamente sentirsi “a casa”. Non è stato un processo di “copia e incolla” con un singolo essere umano ma più un processo graduale, fatto di errori e sperimentazioni.”
“Ho amalgamato diversi frammenti, qualità e tratti di persone diverse, che appartengono sia alla realtà che alla finzione, e il risultato è Arm. Ho sicuramente preso ispirazione dalla vita reale, ma ho usato questi spunti come mattoni che sono serviti per costruire un personaggio di fiction.”
“Posso aver visto una persona che mi sembrava un esempio perfetto di quel tipo di atteggiamento fisico. Successivamente posso aver parlato con una persona che possedeva altri tratti fondamentali, ad esempio il modo particolare con cui processa mentalmente le informazioni.”
L’ombra della violenza secondo Cosmo Jarvis. Una storia tragica di amore e fratellanza.
MZP: Un aspetto fondamentale del film è il rapporto tra Arm e Astrid. Disfunzionale, deragliato, ma ancora pieno di amore. Non vediamo il loro passato eppure lo possiamo intuire dalla vostre interpretazioni. Come descriveresti i sentimenti di Arm per Astrid e per suo figlio?
C.J: “La mia idea è che Astrid e Arm fossero sempre stati insieme, fin da quando erano molto giovani. Il primo amore, la prima vera relazione. Credo che entrambi abbiano attraversato una parte molto formativa della loro esistenza insieme. Quando è nato loro figlio Jack si sono imbarcati in un’impresa ardua.”
“Credo poi che una persona come Arm non capisca la differenza tra un litigio furioso e una fondamentale, inconciliabile diversità. Di conseguenza i progressi che Arm e Astrid hanno fatto negli anni restano quelli di un rapporto pieno di amore, ma anche immobile, irrisolto.”
“Astrid si è vista obbligata a crescere, diventare adulta più in fretta, perché le responsabilità legate alla nascita di Jack le sono apparse subito molto più chiare di quanto non sia accaduto con Arm. E questo è stato il catalizzatore di tutti i loro problemi.”
“Nonostante l’amore e il rispetto reciproco le opportunità che Arm aveva a disposizione nella vita sono diventate sempre meno, e le sue scelte non corrispondono alle scelte che un genitore più responsabile come Astrid avrebbe fatto.”
“Arm non è certo l’uomo ideale, tende a darla per scontata, eppure credo che Astrid si senta veramente amata, veramente apprezzata da lui. A un certo punto del film questa cosa appare estremamente chiara.”
MZP: Nel film Arm ha anche un amico che è più di un fratello, Dympna. La chimica che vediamo tra te e Barry Keoghan, così come quella con Niahm Algar, sembra veramente totale. Come descriveresti l’amicizia che lega Arm e Dympna?
C.J: “Credo che la loro amicizia sia vera, genuina. Probabilmente se ne andavano in giro insieme da anni. Nonostante questo, i doveri di Dympna e i doveri di Arm creeranno molta tensione nel rapporto. Nonostante la natura di questi obblighi, non dimentichiamo che restano solo due ragazzi.”
“La posta in gioco, la pressione che sentono all’inizio del film è sintomatica di una storia profondamente tribale, che coinvolge la vendetta familiare e l’assassinio, cose che vanno molto aldilà del semplice spaccio di droga, i furti e le intimidazioni cui erano abituati.”
“Anche se Dympna può sembrare un personaggio opportunista, manipolatore, è l’unico che abbia trattato Arm come un fratello, come uno di famiglia, quando nessun altro lo faceva. “Fratellanza” per loro non è una parola vuota.”
“Non credo che l’aspetto utilitaristico di questo rapporto condizioni la sua sincerità. Ad esempio, sono convinto che se non svolgessero un’attività criminale, se lavorassero in pizzeria, o come operai, dopo il lavoro andrebbero a prendere una birra, parlando di cose normalissime.”
MZP: Ultima domanda. Non è che per caso tra i tuoi preferiti c’è qualche film italiano?
Perché la tua interpretazione mi ha veramente ricordato il Neorealismo, Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, o magari, più recentemente, La terra dell’abbastanza dei fratelli D’Innocenzo, presentato al Festival di Berlino nel 2018.
Condividi questa idea di realismo, di un cinema che tocchi profondamente lo spettatore, aldilà della semplice idea d’intrattenimento?
C.J: “Confesso di non essere molto esperto di cinema italiano, ma certamente i film che ho visto mi hanno impressionato. Visto che me l’hai chiesto ho appena guardato il trailer di “Rocco e i suoi fratelli” e sembra veramente brillante. Aggiunto alla lista dei film da vedere, grazie!”
“Sì. Condivido l’idea che il realismo sia qualcosa di essenziale e che dobbiamo impegnarci per ottenerlo. Perseguire il realismo ancora gli elementi astratti, gli elementi finzionali della nostra arte ad un linguaggio umanamente universale.”
“I film che mi hanno lasciato le impressioni più forti sono quelli dove il regista e gli attori apprezzano chiaramente l’imperfezione, il disordine che appartiene alla condizione umana.”