Christopher Walken non è solo quell’attore dal volto caratteristico che riveste sempre il ruolo del cattivo. Si tratta di uno degli interpreti più importanti e versatili del cinema americano.
Dotato di una mimica e una forza espressiva uniche, spesso viene ricordato per i suoi ruoli più folli e stravaganti. Tra questi personaggi ricordiamo sicuramente il Cavaliere senza testa in Sleepy Hollow o l’esilarante Caesar lo sterminatore in Un topolino sotto sfratto.
Walken nasce nel segno della recitazione. Porta il nome di un grande attore, Ronald Colman, il divo preferito dei genitori. All’anagrafe è infatti Ronald Walken, classe 1943, di origini scozzesi e tedesche. Cresce nel Queens, quartiere multietnico della Grande mela e, negli anni ’50, adolescente, scopre il mito di Elvis; decide di emularne lo stile, le movenze e l’acconciatura, che rimarrà la stessa da allora.
Comincia la sua carriera come ballerino e in quegli anni lavora persino come domatore di leoni presso un circo. Nei primi anni ’60 scopre il teatro. Lavoratore instancabile, calca le scene per pochi anni, ma può vantare una carriera teatrale con all’attivo più di cento spettacoli. Nel ’64 cambia il proprio nome in Christopher.
L’esordio al cinema avviene nel ’69. Successivamente è richiesto da registi del calibro di Sidney Lumet, Woody Allen e Michael Cimino. Prende parte a produzioni di grande successo e, allo stesso tempo, a ricercati film d’autore.
Inizia così la carriera leggendaria di un attore che merita più della riduttiva etichetta del “caratterista”. Andiamo a scoprire quali sono le sue 8 (più una menzione speciale) migliori interpretazioni. L’elenco non rappresenta una classifica ma una selezione in ordine sparso di film da non perdere per conoscere Christopher Walken in tutto il suo talento.
Le 8 migliori interpretazioni di Christopher Walken
1) Angelo De Carlo – Jersey Boys, Clint Eastwood, 2014
In Jersey Boys il nostro Walken interpreta il celebre mafioso realmente esistito. De Carlo fu il curatore degli interessi della famiglia Genovese tra gli anni ’50 e ’60, ed entrò più volte in contatto con i Four Seasons, gruppo di cui il film ci racconta la storia.
Il film rappresenta la prima ed unica collaborazione con Clint Eastwood. La bravura dell’attore illumina lo schermo e conferisce grandissimo spessore al personaggio. Non diventa mai una macchietta, rischio frequente nel dare vita a boss della malavita italo-americana.
Il fantastico volto dell’attore regala al film dei momenti di forte ironia e umorismo, senza mai scadere nel comico. Una caratterizzazione possibile solo ad un fuori classe come Walken.
Inutile a dirsi: un’apparizione leggendaria quella donata al capolavoro tarantiniano che è Pulp Fiction.
Impossibile dimenticare la storia dell’orologio d’oro di Butch (Bruce Willis). Passato di padre in figlio per tre generazioni e riportato a casa dal capitano Koons dopo esser sopravvissuto alla guerra del Vietnam, nascosto nei posti più impensabili.
In pochi minuti Christopher Walken, grazie al genio impareggiabile di Quentin Tarantino, regala uno dei momenti più iconici del film. Dà forma ad una storia e a un personaggio epici, destinati a rimanere per sempre nella memoria dello spettatore.