Con le nomination ai David di Donatello di certo non sono mancati i commenti su candidati ed esclusi: compreso quello di Gabriele Muccino.
Il regista ha infatti postato sul suo account Twitter un articolo del Rolling Stone, dove il suo film Gli anni più belli comparare nella lista degli “snobbati”.
La condivisione dell’articolo è stata accompagnata dal commento: Non dovrei dirlo, ma sono d’accordo.
Se è più lecita l’amarezza per non essere rientrato nella lista dei film considerati migliori della strana stagione cinematografica del 2020, un po’ meno comprensibile può apparire l’accanimento del regista.
Infatti Gabriele Muccino è andato avanti, con un altro post, scrivendo:
Diciamocelo, cari giurati dei Premi David: questa ennesima volta (è dal 2003 che snobbate il mio lavoro) l’avete fatta grossa. A perdere non sono io, ma la vostra credibilità , smarrita peraltro da tempo. Farò il tifo per Michaela Ramazzotti e Claudio Baglioni.
Gabriele Muccino, successivamente, decide di non fermarsi, e commenta uno dei film con più nomination ai David di Donatello: Favolacce, dei fratelli D’Innocenzo.
Sto provando a guardare da stamattina Favolacce. Non lo sono ancora riuscito a finire. Sarò poco intelligente o cinefilo per comprenderle la grandezza? (Eppure sono di quelli che quando vedono Dogman, chiamano il regista per ricoprirlo di complimenti)
Naturalmente, dopo i tweet di Gabriele Muccino non hanno tardo ad arrivare anche i commenti degli altri iscritti a Twitter.
Quando qualcuno gli fa notare che dal suo tweet emerge più una sensazione di rosicamento che un giudizio obiettivo, Gabriele Muccino risponde con un tweet in cui chiama in causa il politicamente corretto.
E quando provano a farlo riflettere sulla logica del tweet scritto, Gabriele Muccino risponde con affermazioni vagamente autocelebrative:
Il mio ragionamento è: faccio film da 23 anni. Ho girato in diversi continenti, mi sono misurato con il pubblico italiano e anche globale. Il mondo reale, nel nostro mestiere, è fuori del perimetro del cortile in cui si giocava alla champions league quando era solo briscola.
La querelle è stata poi (forse) conclusa da un ultimo tweet del regista, in cui Gabriele Muccino sembra volersi riappropriare del suo diritto a dire la sua su un film. E scrive: