Velvet – Boyband: il celebre anti-tormentone dell’estate 2001 [VIDEO]

Nel 2001 i Velvet imperavano in classifica con questo tormentone sulle boy band. E in tanti li consideravano tali

Velvet
Credits: VelvetVEVO / YouTube
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Quando i Velvet conquistarono le classifiche e le radio con un tormentone estivo che voleva negare sé stesso

Velvet: cosa vi dice questo nome? Partiamo dall’inzio: anno 2001. Il panorama musicale è confuso ma una cosa è certa: le boy band. Gruppi come Backstreet Boys, Boyzone ed NSYNC (questi ultimi con in formazione un giovane Justin Timberlake) impazzano e l’industria della musica pop non è mai stata preda di un fenomeno tanto capace di assicurare facili guadagni.

Le boy band sono composte da formazioni di ragazzi bianchi (perlopiù), maschi tra i 18 e i 25. Sono atletici, con bei fisici, ben vestiti e capaci di ballare e cantare. Il pubblico (inutile girarci intorno, in gran parte femminile) impazzisce di fronte a gruppi simili, che trovano corrispondenti moderni in progetti come One Direction, Five Seconds of Summer e BTS.

Il fenomeno conquista anche l’Italia ed è proprio per questo che i Velvet, band romana esordiente e da poco reduce da Sanremo, decidono di commentarlo ironicamente. Ma siamo nel 2001. Non c’è ancora la complessità di pensiero alla quale la rete ci ha abituati oggi. Risultato: molti non capiscono il senso di Boy Band, il tormentone che fa il successo del quartetto.

“E dovrei curarmi un po’ / Modellare il fisico”

Il singolo, il terzo pubblicato dalla band e traccia di punta del loro album d’esordio, Versomarte (2001) trova infatti confuso un pubblico in gran parte ignaro delle reali influenze dei Velvet. E che, quindi, non coglie la critica intrinseca nelle liriche come nel famoso video del brano. Se volete rinfrescarvi la memoria, eccolo qui sotto.

Il video è una rappresentazione di ciò che la canzone descrive: la creazione delle perfette popstar da boy band che, in quanto tali, devono essere prestanti, attraenti e perfettamente in forma. I quattro componenti del gruppo vengono accuratamente selezionati e sottoposti ad una serie di esami. A ciascuno viene poi appioppata una personalità “da classifica”.

“Soffro lo stress io soffro lo stress / Sono stanco ed ho il fiatone / Suono in una boy band, suono in una boy band / Ci deve essere un errore” canta Pier, frontman della formazione, nel famoso refrain. La critica è abbastanza chiara: una persona che, all’alba del 2000, vive la vita moderna fatta (già allora) di stress e decadimento fisico, non si riconosce nei tipici membri di una boy band.

Velvet – Boy Band, 2001

“Obiettivi di un’estate / Di esplosioni addominali”

“Mi manca il senso del pudore” dice anche la canzone, indicando come i membri dei gruppi pop in questione non esitino a “mostrarsi” in tutti i modi, pur di esporre il proprio fisico e guadagnare soldi. Ma il riferimento è anche alla natura sfacciatamente commerciale di tali fenomeni. La musica è solo un’appendice, ciò che conta è apparire e piacere.

Ecco perché tutto il testo descrive una serie di miglioramenti fisici che dovrebbero portare i membri dei Velvet a competere con la popolarità (e nel video direttamente a diventare) dei bellocci di MTV. “Vitamine a profusione / Creme a volontà”, dice uno dei versi. “E dovrei abbronzarmi un po’ / Scatenarmi nei dancefloor” recita un altro.

Eppure, in tantissimi non colgono il significato. I Velvet sono una boy band? Vorrebbero esserlo? E come dargli torto, in quel caso? Chi non vorrebbe essere tanto popolare (e bello) quanto i Blue o i Backstreet Boys? Ma la canzone indica anche questo: il miraggio di un modello di perfezione (maschile) irraggiungibile e pur tuttavia imperante.

“Suono in una boy band, suono in una boy band / Mi manca il senso del pudore”

Lo prova il rifiuto dei quattro, alla fine del videoclip, di indossare gli abiti “di scena” da boy band. Allo stesso tempo la loro scomparsa dalla sala in cui suonano, che lascia basiti tutti, li vede ricomparire come immagine all’interno dello stesso green screen: sono una finzione, non esistono. Così è per le boy band: sono fenomeni costruiti, visibili ma non tangibili.

Ma, come si diceva, siamo nel 2001: a nessuno interessa approfondire la natura artificiosa di questi miti del pop al di là della solita blanda protesta contro il “commerciale”. Lo stesso succede oggi: una boy band o si ama o si odia, ma capire cosa c’è dietro è troppo faticoso.

In ogni caso, è una bella botta nostalgica risentire questo tormentone a distanza di tanti anni e anche comprenderne finalmente il significato. Il peccato è per i Velvet, che per quanto attivi da vent’anni rimangono legati più che altro a questa canzone. Ma in molti, consci o ignari del senso, non dimenticheranno mai quell’anti-tormentone pop/rock intelligente che colorò il lontano 2001.