I Death From Above 1979 sono tornati facendo più chiasso che mai. Ma facendolo bene. Molto bene
Se c’era bisogno di un grido, di uno strepito musicale, in questo 2021, per segnalare la volontà di rinascita della scena musicale, i Death From Above 1979 sono quel grido. Il loro nuovo disco, Is 4 Lovers, è proprio quello che ci vuole per scuotere un’industria ancora intorpidita dalla pandemia e bloccata da produzioni casalinghe lo-fi da quarantena.
Dopo quindici anni e più di carriera, Sebastien Grainger e Jesse Frederick Keeler sono sempre gli stessi; ma in questo album in qualche modo lo sono “meglio”. Per niente rallentati dall’età, né dall’epoca che stiamo vivendo, i due tirano fuori una tracklist di dieci tracce potenti, dirette, decise, che riassumono tutto ciò che di forte c’è nel loro stile e lo portano oltre ancora.
Non sarebbe troppo sbagliato definire, in questo contesto, i Death From Above 1979 come “i Daft Punk dello stoner” e forse qualcuno lo avrà già fatto. Continua infatti a stupire come il loro rock distorto e garage possa allo stesso tempo accompagnare produzioni pulite e accuratamente pensate. Una precisione sonora che ancora fa scuola.
I toni rock e stoner prestano il fianco a una dimensione dance che sta più nella ritmica che nei contenuti, ma che comunque non viene abbandonata mai. Lo provano le prime tre tracce, potentissime: Modern Guy, One + One (il primo singolo) e Free Animal. Ma non è finita qui.
La vera sorpresa è la splendida parentesi electro di Glass Homes, nella quale sembra di sentire i Metronomy o i Phantogram. Il miglior pezzo del disco. Anche le canzoni di coda, che parzialmente divagano su toni più acustici, provano più un’impellenza di espressione che una ricerca di perfezione. Non c’è tempo per il capolavoro: bisogna suonare, ora, subito.
Ed è in questo che i Death From Above 1979 riescono bene: l’aggressività e l’immediatezza dei loro riff violenti riesce bene tanto più quando suona, come in questo caso, come uno sfogo; anche se diversi momenti sono più riflessivi, come prova il crafting misurato di Mean Streets. Ma l’insieme suona sempre, come si diceva, come un grido. Che a questo punto, diciamolo, ci voleva.