“Sono fuori di testa, ma diverso da loro E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”
Non solo il narratore grida la sua voglia di ribellarsi alle convenzioni e di dimostrarsi differente dalla norma, ma anche riconosce una compagna che è come lui. Diventano un noi, realizzazione ulteriore di un sogno di rivalsa: un noi che può essere quello di una coppia, sì, ma anche quello dell’intero quartetto. E sul palco di Sanremo in effetti i Maneskin sono davvero “diversi da loro”.
“Io ho scritto pagine e pagine Ho visto sale, poi lacrime Questi uomini in macchina Non scalare le rapide”
La sofferenza e i sacrifici compiuti per salire lungo la faticosa strada del successo sono ciò che Damiano vede guardandosi indietro. Gli “uomini in macchina” che non “scalano le rapide”, metafora surreale, sono persone paradossalmente più avvantaggiate in partenza rispetto ai Maneskin ma che, proprio per questo, non hanno mai avuto la spinta necessaria a migliorare.
“Scritto sopra una lapide In casa mia non c’è Dio Ma se trovi il senso del tempo Risalirai dal tuo oblio”
Una delle strofe più provocatorie della canzone: si ammette una posizione atea, o forse solo angostica. Il protagonista, nella sua scalata verso il successo, sa di non potersi affidare a un credo. Può fare solo affidamento su sé stesso e al senso del suo tempo, ossia delle sue capacità, per trovare qualcosa in cui credere che, come la religione, lo sottragga ad un oblio insensato.
“E non c’è vento che fermi La naturale potenza Dal punto giusto di vista Del vento senti l’ebrezza”
Damiano, o i Maneskin al completo, sono ormai in marcia. Quella del vento è la forza impetuosa che scelgono per rappresentare la loro dirompenza. La loro potenza è “naturale”, autentica, primitiva forse anche, come è ed è sempre stata quella del rock and roll. Non si può fermare.
“Con ali in cera alla schiena Ricercherò quell’altezza Se vuoi fermarmi ritenta Prova a tagliarmi la testa”
Un riferimento al famoso mito greco di Icaro, il figlio di Dedalo che tentò di uscire assieme al padre dal labirinto volando con ali di cera. Icaro commise l’errore di voler volare troppo vicino al sole, per cui le sue ali si sciolsero e lui morì. In questo caso, il riferimento indica sia la volontà di raggiungere il proprio obiettivo (il sole) che quella di farlo in maniera assennata e giusta.
“Parla la gente purtroppo Parla, non sa di che cosa parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l’aria”
“Parla la gente purtroppo Parla, non sa di che cazzo parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l’aria”
Fin dai tempi di X Factor e in special modo dopo la vittoria di Sanremo, non sono state fatte mancare ai Maneskin critiche di ogni tipo. Questo nonostante in molti non sappiano nemmeno chi sono o non abbiano nemmeno ascoltato tutte le loro canzoni. Un problema tipico dell’era dell’iper-espressività, nella quale tutti possono parlare ma spesso senza avere nulla da dire.
Damiano chiede allora di essere portato “a galla”, lontano dall’abisso di chiacchiere ignoranti, al posto che sa di essersi meritato. I Maneskin, lungi dal ciarlare e basta, hanno raggiunto traguardo dopo traguardo, realizzando obiettivi concreti e riuscendo in qualcosa che sembrava impossibile. Una lezione per tutti, per loro stessi in primis.