I Migliori Film di David Cronenberg – 8 opere da vedere
Videodrome (1983)
Il capolavoro di David Cronenberg, Videodrome è l’emblema della poetica del body-horror cronenberghiano. Il medium televisivo si fa volontà di potenza, superuomo: si veste della carne e si fa fautore di un ibrido perfettamente incline all’uomo-macchina, vessillo imprescindibile dello stile cinematografico di Cronenberg.
Max Renn è un comproprietario di una rete Tv via cavo, la Civic TV sul canale 83, emittente locale privata che tratta di erotismo, pornografia e violenza. Un suo cooperatore un giorno capta un segnale, Videodrome, che trasmette degli snuff movie in presa diretta: una donna torturata ed uccisa da uomini incappucciati. Consapevole delle esigenze di un pubblico sempre più avido e smodato vede in questi spettacoli live un potenziale non trascurabile.
Attraverso VideodromeDavid Cronenberg mette metaforicamente in scena l’avvelenamento esercitato dall’immagine televisiva sul suo pubblico: un tumore al cervello che cresce provocando allucinazioni che portano al misconoscimento della realtà oggettiva ed altera la percezione dell’individuo.
Ciò porta all’incapacità di scindere tra reale e virtuale in un continuo sovrapporsi tra loro. Autore unico della sceneggiatura, David Cronenberg, grazie all’aiuto degli incredibili e realistici effetti speciali di Rick Baker, ci trasporta in un immaginario dove ogni certezza scompare. La scelta è quella di confondere scientemente lo spettatore, per approcciare un modo totalmente opposto di fare cinema.
Ad un convegno della Comunità Scientifica Americana, lo scienziato Seth Brundle conosce la giornalista Veronica Quaife, della rivista Particular Magazine. Affascinato, la conduce nel suo laboratorio dove le mostra due telepod, telecapsule in grado di teletrasportare gli oggetti. Durante uno di questi esperimenti, Brundle entra nella capsula con una mosca, connettendovisi. Sarà l’inizio di una lunga e catastrofica trasformazione in un essere ibrido tra umano e insetto.
Ci troviamo di fronte a un altro grande film del regista canadese, remake del film L’esperimento del dottor K. (Kurt Neumann, 1958), entrambi tratti dal racconto La mosca (The Fly, 1957) di George Langelaan. Tuttavia, La Mosca, si distanzia molto dall’originale, offrendo a David Cronenberg il pretesto per poter raccontare e mostrare uno dei suoi film più personali e riusciti.
Nel 1991 David Cronenberg sceglie così di affrontare la più ardita delle sfide: adattare per il grande schermo Il pasto nudo di William Burroghs. Si tratta di uno degli esempi più radicali di scrittura automatica tra i romanzi della Beat Generation, intesa come evoluzione diretta dello stream of consciousness di James Joyce.
Per altro, le surreali avventure illustrate da Il pasto nudo, un film d’importanza capitale, sono ispirate alla reale esperienza di William Burroghs: giovane morfinomane, fuggito a a Tangeri dopo l’omicidio accidentale della moglie. Materia ideale per la poetica del cinema di David Cronenberg, che decide di tradurre in immagini la storia dello sterminatore di scarafaggi, ingaggiato come spia da un’organizzazione aliena, focalizzando l’attenzione sulle creature bio-meccaniche partorite da una mente perennemente allucinata.
La Clark Nova, macchina da scrivere mutaforme, diventa così l’allegoria della creazione artistica: un incubo allucinatorio, che domina mente, corpo e azioni dell’autore. Le ossessioni allucinate di Burroughs si fondono agli episodi salienti della sua vita, mescolate attraverso la potenza visionaria di un Cronenberg che partorisce un capolavoro malsano in cui convivono fascino e ribrezzo.