Niente accanimento fisico sulle donne in House of the Dragon
House of the Dragon, la serie prequel di Game of Thrones, sembra già distaccarsi dallo show principale non solo come contenuti, ma anche come morale. Sembra infatti che nella nuova serie si eviteranno intenzionalmente scene di qualunque tipo nelle quali le donne o dei personaggi femminili potrebbero subire qualche violenza fisica (e non, si presume).
Una bella differenza rispetto alla serie madre, nella quale spesso e volentieri il gentil sesso subisce in ogni occasione. Basti pensare all’inzio della saga di Daenerys Targaryen, o alle innumerevoli torture di ogni tipo (anche psicologiche) che deve subire Sansa Stark. Insomma, in questo di certo Game of Thrones non si risparmiava.
Scelte del genere verranno assolutamente evitate nella nuova serie. Segno dell’influenza del movimento #MeToo e della crescente e più diffusa consapevolezza sulle tematiche riguardanti la violenza sulle donne. Se poi questo riguarderà anche la violenza in un senso più generale, non è dato di sapere per ora.
Olivia Cooke, una delle interpreti principali di House of the Dragon, dice: “Non mi sentirei a mio agio nel prendere parte a qualunque cosa mostri una violenza contro le donne tanto esplicita e [che lo faccia] per nessuna ragione”. E secondo lei ciò avviene: “Solo perché vogliono renderla stuzzichevole in un modo che catturi gli spettatori“.
“Sono stata abbastanza fortunata da reggere la sceneggiatura ed è cambiata molto rispetto alle prime stagioni di Game of Thrones. Non penso che sarebbero nel giusto ad aggiungere ancora cose [contenuti] del genere” continua la Cooke. Dice poi la sua sulla serie originale, che non aveva guardato finché non è stata selezionata per il nuovo cast.
“Quello che succede a Daenerys [viene pugnalata da Jon Snow nell’episodio finale] mi andava bene. Avevo visto troppi filmati [meme in giro] perciò sapevo che cosa sarebbe successo. Me lo aspettavo, ma è dura sai. Sono un po’ nervosa per la nuova serie. Non accontenterai mai tutti quanti“.
Fonte: IndieWire