Musica Leggerissima di Colapesce e Dimartino: Spiegazione del testo
Ormai tutti la cantano, ma voi avete capito cosa vogliono dirci davvero Colapesce e Dimartino in Musica Leggerissima? Ecco la nostra interpretazione di uno dei testi più belli di Sanremo 2021
Ecco cosa hanno voluto dirci Colapesce e Dimartino dal palco di Sanremo 2021
Musica Leggerissima di Colapesce e Dimartino è stata una delle più belle canzoni presentate a Sanremo 2021. Di certo una delle più profonde, nonché auto-ironiche; anche, una delle poche a cercare di fare riferimento diretto al periodo che stiamo vivendo. In questo senso, i due cantautori siciliani si sono investiti di tutta l’importanza del caso.
Anche se tutti sono più o meno d’accordo sul fatto che la canzone sia leggermente inferiore, a livello compositivo, rispetto a quelle contenute nell’ultimo album dei due, I Mortali (2020), la traccia è comunque già indimenticabile. Pochi giorni sono bastati per farla emergere come una delle più ascoltate, assieme a Fiamme Negli Occhi dei Coma Cose.
Ma che cosa vogliono dire veramente i due cantanti con il testo della canzone? Già dal titolo, con il superlativo assoluto di “leggerissima”, si evidenzia la ricerca di un sarcasmo che è però anche amaro, nel riflettere sul bisogno dell’individuo (che è prima di tutto un consumatore) di distrarsi. E in tempi come questi, distrarsi è essenziale.
I due ammettono questo bisogno, persino lo accolgono, ma senza tralasciarne i risvolti oscuri e non risparmiando un’accusa all’ascoltatore, che viene tacciato di “indifferenza animale”. Al di là delle posizioni ideologiche, la riflessione giunge da un’era post-apocalittica nella quale il bisogno di leggerezza, in musica come altrove, è diventato primario.
“Se fosse un’orchestra a parlare per noi Sarebbe più facile cantarsi un addio Diventare adulti sarebbe un crescendo Di violini e guai I tamburi annunciano un temporale Il maestro è andato via”
In questa prima strofa i due paragonano le vicende umane a quelle “cantate” (o meglio, suonate) da un’orchestra. Le situazioni musicali descritte qui non sono per nulla positive, annunciando la maturità come periodo irto di ostacoli e confusione. “Il maestro è andato via”: non c’è una guida e il temporale in arrivo potrebbe facilmente essere quello che ci opprime da più di un anno.
“Parole senza mistero / Allegre ma non troppo”
“Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente Anzi leggerissima Parole senza mistero Allegre ma non troppo”
Come evitare di guardare direttamente dentro alla tempesta, come evitare di pensare sempre alla pioggia? La “musica leggera”, termine spesso usato in senso dispregiativo (specie dai cultori della musica “autentica”) interviene prontamente a regalare un riposante “niente” all’ascoltatore in cerca di pace.
Le parole della canzone devono essere “senza mistero”, cioè non devono nascondere alcun significato né impegnare l’ascoltatore in qualche ragionamento o in un processo di interpretazione. Bisogna solo rilassarsi. Allo stesso tempo, però, devono essere “allegre, ma non troppo”: una buona dose di malinconia, come in gran parte dell’itpop, trova sempre posto.
“Metti un po’ di musica leggera Nel silenzio assordante Per non cadere dentro al buco nero Chе sta ad un passo da noi, da noi Più o meno”
La seconda parte del refrain assume toni direttamente apocalittici e non è difficile capire che cosa sia il “buco nero” che sta ad a un passo da noi: un enorme pericolo, che si può evitare ma “più o meno”, non del tutto. Vi viene in mente nulla? Inoltre, il “silenzio assordante” dove lo si potrebbe ritrovare, se non nelle strade e nelle piazze vuote che tutti ben ricordiamo?