Mai Dire Mai (La Locura), Analisi e Spiegazione del testo di Willie Peyote

Mai Dire Mai (La Locura) è un attento ma disincantato sguardo lanciato da WIllie Peyote sull'Italia di oggi

Willie
Credits: WIllie Peyote Official / YouTube
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Mai Dire Mai di Willie Peyote è stato uno dei brani migliori a Sanremo 2021

Sanremo 2021 si è concluso ed è tempo di gettare uno sguardo sulle canzoni che, tra tutte sono maggiormente emerse a livello di qualità. Willie Peyote, con la sua Mai Dire Mai (La Locura) ha presentato un brano che, se pur tacciato di qualunquismo, è riuscito a fare il punto su tutta una serie di questioni toccate dagli altri concorrenti (e dal Festival stesso) solo superficialmente.

Analizziamo il testo della canzone, cercando di cogliere significati chiari e altri più metaforici. Iniziamo dal titolo: la locura (pazzia in spagnolo) è un termine evocato da uno dei famosi sceneggiatori della serie Boris per spiegare a René Ferretti come bisogna creare un prodotto per vendere in Italia: “Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillette”.

Non si sa fino a che punto il riferimento sia al Festival di Sanremo stesso, che per alcuni, specie nell’edizione del 2021, potrebbe rappresentare proprio questo. Anche se la questione è ben più complessa di così, la frase iniziale (citata direttamente dalla serie) non è difficile da interpretare: “Questa è l’Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c’è la morte“.

Laddove la morte che c’è “fuori” non è in questo caso metaforica: si parla ovviamente del COVID-19. Perché è vero che mentre il Festival di Sanremo procedeva i decessi a causa del virus si continuavano a conteggiare quotidianamente. La canzone inizia quindi già con un attacco, generale ma anche pesante, a scelte istituzionali e culturali.

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Boris – La locura

“Ora che sanno che questo è il trend
Tutti ‘sti rapper c’hanno la band
Anche quando parlano l’auto-tune
Tutti in costume come gli X-Men”

Il testo inizia, come nella miglior tradizione rap, con una frecciata agli altri artisti della scena. Non si fanno nomi ma i riferimenti ad auto-tune e costumi sembrano rivolgersi principalmente alla scena trap. Vengono in mente Sfera Ebbasta, oppure Junior Cally, concorrente a Sanremo l’anno scorso e noto per la sua maschera (indossata ante-litteram).

Si parla della presenza di una band per riferirsi al progressivo spostamento del rap contemporaneo verso sonorità rock (e che, quindi, richiedono degli strumentisti). Mentre all’estero ci si è arrivati già da un po’ (vedi Machine Gun Kelly), in Italia il trend inizia a muoversi solo ora. Ma non bisogna cercare lontano: basta guardare l’esibizione di Fasma, sempre a Sanremo 2021.

“Gridi allo scandalo, sembrano Marilyn Manson nel 2020
Nuovi punk, vecchi adolescenti
Tingo i capelli e sto al passo coi tempi”

Qui Willie si riferisce a come questi personaggi, per quanto dal suo punto di vista banali e scontati, vengano paradossalmente visti dai “boomer” come provocatori e scomodi. Marilyn Manson nel 2020 è una metafora per indicare qualcosa che appare trasgressivo ma è in realtà già vecchio e che quindi può essere visto come tale solo da chi non sta “al passo coi tempi”.

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“C’è il coatto che parla alla pancia
Ma l’intellettuale è più snob
In base al tuo pubblico scegliti un bel personaggio
L’Italia è una grande sit-com”

Qui si passa dal panorama musicale a quello mediatico e forse anche politico. Possiamo farci un’idea di chi possa essere il “coatto che parla alla pancia” e non difficile neanche identificare qualche “intellettuale snob”. Sono personaggi che vediamo tutti i giorni, sui social e in tv. E che, in quanto tali, Willie colloca all’interno di un’unica, grande sit-com.

Willie Peyote – Mai Dire Mai (La Locura) – Video ufficiale

“‘Sta roba che cinque anni fa era già vecchia
Ora sembra avanguardia e la chiamano itpop
Le major ti fanno un contratto
Se azzecchi il balletto e fai boom su TikTok”

Itpop è un termine che si utilizza per indicare la commercializzazione di quello che fino a qualche anno fa si chiamava indie: Thegiornalisti, Calcutta, Gazzelle, i Canova. Sembra avanguardia ma chiaramente non lo è: il pubblico scopre questi artisti solo ora, appunto perché si stanno “vendendo” sempre di più. L’attacco è sia al “genere” in questione che al pubblico che lo ascolta.

Successivamente, non manca la dovuta stoccata a TikTok, la piattaforma sinonimo di superficialità e frivolezza che ormai da mesi e mesi setta trend e decide il successo di sconosciuti da un giorno all’altro. Una naturale evoluzione di meccanismi messi in atto da YouTube già da quindici anni.

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