Achille Lauro ha usato la voce del senatore per la sua performance e a Gasparri la cosa pare non andare molto giù
“Achille Lauro fai schifo, puoi piacere solo ai deficienti“. A dirlo è stato, in passato, Maurizio Gasparri, volto storico della politica degli ultimi vent’anni, oggi in quota Forza Italia. Lo sfogo, se così si può chiamare, era giunto dopo che Lauro aveva appellato come “frustati e falliti” dei carabinieri che avevano perquisito dei ragazzi e gli avevano trovato addosso cartine e marijuana.
Ragion per cui Gasparri ritiene che il suo insulto contro Lauro, ripreso dall’artista nella sua performance finale di sabato a Sanremo 2021, sia decontestualizzato. “Stavo guardando il Festival in maniera distratta. Poi mi sono iniziati ad arrivare una serie di [messaggi] WhatsApp di alcuni amici che mi segnalavano la performance di Achille Lauro dove c’era una mia frase” racconta.
“Per fortuna ho un televisore moderno, sono tornato indietro e ho avuto modo di riconoscere la mia voce e quella di altri, come Salvini. È come se lei facesse vedere un video in cui le do uno schiaffo senza far vedere che lei prima mi ha dato un pugno. La frase è fuori contesto. Io ho detto quelle cose perché lui insultava in un video i Carabinieri“.
“Hanno fatto benissimo” dice Gasparri di quel fatto. “Grandissimi i carabinieri, vorrei andarli a conoscere e congratularmi con loro, li vorrei abbracciare. Io contesto la decontestualizzazione, poi porterò in sede penale gli insulti ricevuti e poi mi chiedo chi controlla quello che va in onda in Rai. Se domani va in onda uno che dice che Marco Esposito è un cretino lei che fa?”
“Appreso quanto accaduto, ho scritto un messaggio al direttore di Rai Uno Stefano Coletta, persona che conosco e che stimo. Coletta mi dice, anzi mi scrive ‘io mica sapevo cosa andava in onda’“. Così conclude Gasparri, anche se non si sa quanta intenzione abbia di passare dalle parole ai fatti.
La sua voce, con le parole sopra riportate, si ode assieme a quelle di molti altri detrattori mentre, durante il suo quinto quadro Sanremese, Achille Laurosanguina e muore. L’oggetto della performance erano le critiche e gli attacchi, subiti dall’artista in maniera simbolica ma anche molto reale.