Achille Lauro: accuse di queerbaiting dalla comunità LGBTQ+

Come al solito Achille Lauro è al centro della polemica

Achille Lauro
Credits: Rai
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Achille Lauro “si sta appropriando di un immaginario che gli appartiene fino a un certo punto”

Non è un segreto che fin dall’anno scorso Achille Lauro, specie all’interno della cornice di Sanremo, stia cercando di giocare molto sulla diffusione di un’immagine di sé molto gender fluid. L’artista fa della provocazione in questo senso il suo cavallo di battaglia, specie se si considera che lo fa su una rete televisiva tradizionalmente cattolica.

Per questo motivo molti appartenenti alla comunità LGBTQ+ apprezzano ciò che fa, premiandolo per aver sdoganato (e per continuare a farlo) temi e immagini che per molta Italia tradizionale sono ancora tabù. A chi infatti obietta che il bacio tra Achille e Boss Doms è “roba già vista”, andrebbero fatti leggere i commenti omofobi e retrogradi che invadono i social in questi giorni.

Tuttavia, se c’è chi elogia l’attività di Lauro De Marinis, c’è anche chi ritiene che il suo sfruttamento della cultura LGBTQ+ sia inappropriato ed opportunistico. Lo dice Daniele Biaggi, a capo della piattaforma Quid, dedicata appunto ad informazione e discussioni a tema LGBTQ+.

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Lauro porta avanti istanze interessanti su cos’è la mascolinità tossica e come abbatterla. Ma anche sul patriarcato e su un nuovo modo vedere di vedere sessualità. Sta facendo una cosa utile? Sì”, inizia Biaggi. Ma, aggiunge: “Lui [Lauro] si sta appropriando di un immaginario che gli appartiene fino a un certo punto”.

“Qui il tema è molto divisivo. C’è chi dice ‘Ok, mi sta bene quello che porta in scena’. C’è invece una fetta della comunità che non accetta il suo atteggiamento volutamente ambiguo. A meno che definirsi fluido sia considerato tale, ma per me è un po’ debole. Se fosse così, allora possiamo ambire a qualcosa di più”.

“Per quanto ne sappiamo è un personaggio eterosessuale e che quindi si può permettere una serie di provocazioni che non sarebbero concesse a un omosessuale, o peggio a una donna che sarebbe vittima di critiche più marcate” sostiene Biaggi. C’è di fatto che finora Achille Lauro non ha fatto coming out, né come omosessuale, né esprimendo altre inclinazioni di sorta.

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“Lui occupa una posizione e in realtà lo fa con un grado di esposizione che gli consente di mantenere un privilegio, in virtù del fatto che non ha ancora mai fatto chiarezza sulla sua identità sessuale. Nel mondo dei media si parla di quote di rappresentazione: il fatto che quella quota nel Festival sia già occupata da Lauro, mi fa sorgere dei dubbi”.

“Se non si fosse dichiarato fluido, avrebbe avuto questa risonanza? Si sta arrogando un privilegio che forse non gli appartiene più di tanto. Ma poi Lauro nel resto dell’anno che fa? Per quali cause del mondo LGBTQ+ si spende? Puoi rubare alla nostra comunità, strumentalizzare l’omosessualità o la bisessualità, però poi ti spendi per la causa“.

Fonte: Open