Sanremo 2021: le nostre Pagelle della Serata Cover

Alti e bassi nella serata cover, ma molte interpretazioni memorabili

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Ghemon feat. Neri Per Caso – L’essere infinito (L.E.I) (Medley)

Ghemon si lancia in un bel medley con i Neri Per Caso, rispolverando due canzoni del gruppo a cappella napoletano, Acqua e Sapone degli Stadio e La Canzone Del Sole di Lucio Battisti. Lo fa bene, unendo piacevolmente la sua voce alla loro. Un momento fatto di ricordi, che esprime tecniche vocali eccellenti e ripassa anche un po’ qua e là la musica italiana.

Voto: 9

La Rappresentante di Lista feat. Donatella Rettore – Splendido Splendente

Momento immancabile nel quale la new wave/funk di Donatella Rettore rivive alla perfezione con un ottimo arrangiamento e una messa in scena che recupera tutta l’eccentricità dei tempi e del personaggio. Il pezzo non può non coinvolgere, oggi come ieri. Ciliegina sulla torta: l’ingresso a sorpresa della Rettore in persona, che fa scoppiare la follia.

Voto: 10

Arisa feat. Michele Bravi – Quando

Pino Daniele rivive piacevolmente consentendo ad Arisa e al suo ospite di ben figurare sulle note di una canzone perfetta già in partenza. La voce di Michele Bravi può poco rispetto a quella di Arisa ma per fortuna la base strumentale, essendo composta dal grande cantautore napoletano, regge tutto benissimo senza un momento di noia. Il dovuto omaggio di Sanremo al grande maestro.

Voto: 9

Madame – Prisencolinensinainciusol

Madame si pone davanti ad una sfida incredibile, interpretando Prisencolinensinainciusol, il mitico brano di Adriano Celentano, come espressione di linguaggio universale. Inizia come una maestra di scuola, spiegando il concetto ai suoi alunni. Quindi padroneggia la canzone come se il testo fosse effettivamente comprensibile: perché lei, in un modo tutto suo, lo comprende. E lo fa comprendere a noi. Per Sanremo, in pratica una rivoluzione di stile.

Voto: 10

Lo Stato Sociale feat. Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino – Non È Per Sempre

Lo Stato Sociale in versione quanto mai impegnata, con il classico brano degli Afterhours del 1999, presentano con la dovuta emotività ed importanza. E il motivo c’è: Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli parlano con loro dei teatri chiusi, dei locali chiusi, dei cinema chiusi e della difficile situazione lavorativa del mondo dello spettacolo. Ma con un messaggio di speranza.

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Voto: 8

Annalisa feat. Federico Poggipollini – La Musica È Finita

Annalisa ruba la scena attorno all’una di notte con un altro brano classico, che guida fino alla fine con l’ottima chitarra di Poggipollini. Ne esce un pop/rock ritmato e cadenzato, che si difende ma non emerge particolarmente rispetto a tutte le altre cover presentate. Detto questo, la qualità di sicuro c’è e per Sanremo funziona benissimo.

Voto: 7

Gaia feat. Lous and the Yakuza – Mi Sono Innamorato di Te

Sempre difficile riprendere Tenco, ma Gaia e la sua ospite ci riescono bene, impostando le voci alla perfezione su di un’aura delicata e fragile, come quella del mitico autore. L’unione delle due artiste interpreta il messaggio della canzone nel modo più universale possibile, evadendo persino dalla lingua italiana e andando a segno dove si propone di colpire.

Voto: 7

Colapesce e Dimartino feat. Franco Battiato – Povera Patria

Un altro nome intoccabile, che i due cantautori siciliani rileggono con pronto impegno e attenzione. Il messaggio sociale e politico è indispensabile e in qualche modo Colapesce e Dimartino lo propongono nel modo giusto, anche se con un arrangiamento che vista l’ora non incoraggia proprio l’attenzione. Tuttavia, l’effetto c’è e per Sanremo è quel che ci vuole.

Voto: 7

Coma Cose feat. Alberto Radius e Mamakass – Il Mio Canto Libero

I Coma Cose affrontano Lucio Battisti con coraggio (è il caso di dirlo) e buona volontà. Vengono aiutati bene dal leggendario Alberto Radius e anche se le voci sono alle volte esitanti il risultato si porta a casa. Il Mio Canto Libero non è certo la canzone più semplice da interpretare nel repertorio del leggendario cantautore, ma i Coma Cose ne rispettano in ogni momento l’eredità.

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Voto: 6

Malika Ayane – Insieme a Te Non Ci Sto Più

Malika Ayane si cimenta con lo storico brano di Caterina Caselli del 1968, in una versione molto lenta e sensuale, che però all’una e mezza di notte non può non portare un effetto soporifero. Come al solito la Ayane fa tutto conto sulla sua voce, che naturalmente è impeccabile ma non salva un’esecuzione del brano purtroppo lenta e tediosa.

Voto: 5

Max Gazzé feat. Magic Mystery Band e Daniele Silvestri – Del Mondo

Max Gazzé e il suo “gruppo di amici” si gettano con vivacità sul Consorzio Suonatori Indipendenti di Giovanni Lindo Ferretti. Miracolosamente, riescono a ridestare l’interesse pur suonando su un ritmo ipnotico e psichedelico, caratteristico dello storico complesso e che però proprio per questo cattura nel suo afflato alternativo. Musica di qualità ad ogni nota.

Voto: 10

Ermal Meta feat. Napoli Mandolin Orchestra – Caruso

Ermal Meta fronteggia un altro gigante, Lucio Dalla. Sappiamo che l’artista sa usare la voce e non esita a rendere omaggio al grande cantante scomparso qualche anno fa con commozione e preparazione. I mandolini del featuring intervengono da cornice senza essere invasivi, perciò impreziosendo l’effetto. Per i fedelissimi di Lucio, una buona interpretazione.

Voto: 8

Aiello feat. Vegas Jones – Gianna

Aiello sceglie di reinterpretare il mitico pezzo di Rino Gaetano giocando moltissimo sui bassi e su un arrangiamento leggermente elettronico. L’idea è buona ma non rende esattamente giustizia alla vivacità dell’originale. Il rap aggiuntivo di Vegas Jones, in questo caso, è molto fuori luogo. In sostanza: una performance interessante ma non troppo adatta a Sanremo.

Voto: 6

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