Colapesce e Dimartino parlano apertamente di un “buco nero” che è stato “a un passo da noi”, ma non solo. Il guilty pleasure, la colpevolezza consapevole che sta nell’apprezzamento della musica “leggera, anzi leggerissima”, antidoto ma anche veleno in quest’era di solitudine, è il fulcro concettuale del loro indie impegnato e abrasivo.
Madame – Voce
La giovane e talentuosa Madame sta conquistando tutti con una voce unica e una canzone intensa e calorosa, ma anche disperata. L’R&B elettronico deve molto al contributo di Dardust, co-compositore, ma Madame scivola sulle melodie con naturalezza e innato talento. Pezzi come questi dovrebbero essere il futuro del pop italiano.
Måneskin – Zitti e Buoni
Se è vero che il rock dei Måneskin può suonare un po’ scontato agli appassionati del genere (che, comunque, ci tengono a dire che non seguono il Festival), è lo stesso un piacere sentire un po’ di riff alla Led Zeppelin e qualche chitarra che non si limiti all’accompagnamento. I Måneskin sono giovani, hanno voglia di trasgredire e “di spaccare”. E a Sanremo ci vuole anche questo.
Gaia ci trasporta in un mondo sensuale di suoni esotici, sui quali poggia dolcemente la sua voce non prorompente ma al contrario sottilmente intrigante. La cantante gestisce alla perfezione ogni nota e ogni accento, facendosi forte di una preparazione che prontamente la trova protagonista della nuova scena pop femminile italiana.
Francesco Renga – Quando Trovo Te
A vedere Francesco Renga di solito ci si aspetta un pezzo lento e romantico. Qui accade qualcosa di un po’ diverso, ma molto buono: c’è Dardust. Ne risulta un brano sempre di pop leggero ma con tratti compositivi coinvolgenti e una convinzione che viene dall’esperienza. Risultato: una canzone quantomeno ragguardevole.
