La novità più interessante del mese di Febbraio nel catalogo Amazon Prime Video è senza ombra di dubbio I Care a Lot: acido, insolito dark thriller dominato da una inarrestabile Rosamund Pike, che nel 2020 aveva già conquistato il Toronto Film Festival e che stanotte ha trionfato anche ai Golden Globe 2021.
Un semplice sguardo al trailer prometteva già uno scontro stellare, una battaglia tra titani, un’autentica guerra all’ultimo sangue, già che in campo troveremo tre villain dalla natura decisamente umana, impegnati in un sordido intrigo, dove nessuno è innocente.
L’insospettabile antagonista di Rosamund Pike diventa cosi Diane Wiest – indimenticabile Avon Lady di Edward mani di forbice, nonché improbabile musa di Hannah e le sue sorelle – mentre la spietata dinamica dei “double villain” coinvolgerà il prode Peter Dinklage.
I fan di Better Call Saul non sono estranei allo scenario descritto da J Blakeson, sceneggiatore e regista di I Care a Lot. Si tratta infatti della via statunitense alla “cura degli anziani”: il sistema riservato per chi ha raggiunto l’ultima porzione della sua vita.
Quest’ultimo capitolo è abitato da una moltitudine di persone più o meno ammalate, forse non più autosufficienti, che non sempre possono contare sull’assistenza dei familiari, ma in compenso contano su una buona assicurazione medica e i fantomatici risparmi di una vita.
Sono evidentemente quei depositi bancari, i beni immobili, gli asset che accompagnano questi soggetti fragili, esposti, ad attirare le più varie coorti di avvoltoi. Ma la parola corte non è casuale. Il sistema, negli Stati Uniti, è infatti regolamentato e perfettamente legale.
Da stranieri, una volta addentrati in questo insidioso territorio, scopriremo che in America, in materia di tutela degli anziani, il confine tra legale e criminale può diventare decisamente elastico, prestandosi alle più varie interpretazioni.
“Pensate di essere brave persone? Non lo siete. Credetemi. Non esistono le brave persone.”
È questa la premessa scandita a chiare lettere, con tono perentorio, dalla voce di Rosamund Pike nella sequenza di apertura. Mentre con Marla Greyson, spietata Guardiana, la protagonista di Gone Girl – L’amore bugiardo mette a segno un’altra interpretazione micidiale.
Marla Grayson (Rosamund Pike) è una legal guardian, una tutrice legale a tempo pieno, forte di una comprovata esperienza ma soprattutto un’apparente, totale assenza di empatia.
Conquistata la fiducia del tribunale di competenza, e ottenuta così la tutela esclusiva di svariate decine di anziani, in partnership con la sua compagna Frankie (Eiza González), Marla ha deciso di portare il suo business a un nuovo livello.
L’occasione è rappresentata dalla persona di Jennifer Peterson (l’attrice due volte premio Oscar Dianne Wiest): pensionata benestante senza eredi né famiglia. Purtroppo, Marla scoprirà presto che Jennifer era la persona sbagliata, una donna che nasconde segreti più torbidi dei suoi.
Entra così in scena un anomalo gangster (Peter Dinklage), pronto a ingaggiare con Marla una guerra all’ultimo sangue. Uno scontro che lei non è disposta a perdere e che anzi intende combattere con ogni mezzo, costi quel che costi.
I Care a Lot, la Recensione
Rosamund Mary Ellen Pike, londinese classe 1979, sa decisamente come lanciare uno sguardo di guerra. E così, dopo il successo Gone Girl di David Fincher, ha scelto di procedere con passo marziale, tracciando nuove figure indelebili nel panorama del Cinema contemporaneo.
Tra le protagoniste femminili che definiscono Romamund Pike come un’interprete outstanding, una delle attrici più interessanti e complesse del decennio, citeremo anzitutto Hostiles (2017) di Scott Cooper.
Un Western di cui non si parla mai abbastanza, un’opera sottile, pervasa dalla consapevolezza moderna dello Stress post-traumatico, mentre l’orrore della guerra si rivela nella violenza speculare di vincitori e vinti, vittime e carnefici, bianchi e cheyenne.
Della recente filmografia di Rosamund Pike vogliamo citare poi A private war (2018) dedicato alla vera storia della reporter di guerra Marie Colvin, la sua ostinata, folle ultima missione, che la condurrà ineluttabilmente, consapevolmente incontro alla morte.
E se questi due titoli sono già un suggerimento (se non temete il Western, il dramma e le storie vere, correte a recuperarli) passiamo ovviamente a consigliarvi questa irresistibile dark comedy in salsa thriller: I care a lot.
Il film è davvero un interessante ibrido di Dark Humor e Thriller, che non esclude perfino qualche venatura orrorifica, al limite della brutalità. Ma il dato più interessante è come una confezione così ironica, veloce, accattivante, non escluda implicazioni decisamente reali.
Non c’è moralismo nelle dinamiche dell’intreccio micidiale che lega i tre villain: Marla, la vecchia Jennifer e il boss della mala, interpretato dall’ineffabile Peter Dinklage. Interprete che a sua volta ha una autentica predilezione per i personaggi obliqui, carichi di ombre, preda dei loro stessi demoni.
La struttura del film esclude efficacemente qualunque forma di giudizio morale, già che tecnicamente è abitata di soli cattivi. Non è innocente l’anziana signora, sebbene vittima di un sistema forse legale ma al contempo disumano disumano. Meno che mai sono innocenti Marla e Frankie.
La riflessione, le implicazioni sono piuttosto chiare. La relazione tra due donne, due lesbiche, somiglia a qualunque altra. E può comprendere due donne fiere, coraggiose, che pure non sono buone, anzi scelgono di giocare secondo le regole dei predatori, gli spietati.
“Normalizzare” l’immagine di una coppia omosessuale, mostrando due persone profondamente innamorate l’una dell’altra, eppure affamate di denaro, disposte a travalicare serenamente il confine di una vita criminale, è un chiara affermazione culturale e politica.
Come, d’altra parte, la filmografia di Peter Dinklage non comprende semplicemente l”icona di Tyrion Lannister de Il trono di spade. È piuttosto una eclettica galleria di personaggi, dove non c’è mai, neanche una sola volta il cliché della persona affetta da acondroplasia.
La presenza di Pike e Dinklage è praticamente una garanzia, per chi desidera anche dall’intrattenimento una certa idea di grottesco, onestà brutale, aderenza al reale. Ma tutte queste implicazioni, comprese quelle più o meno femministe, in fondo, potrebbero anche non interessare lo spettatore.
Spettatore che in I care a lot troverà semplicemente un bel film acido, provocatorio, illuminato da suadenti luci al neon. Un’esperienza di intrattenimento comunque carica di sensazione, perfino di significato, che sa distinguersi nel magma delle nuove uscite in streaming.