L’inferno di Topolino è una storia in sei parti risalente al 1949/1950
“Chi si ferma è perduto, mille anni ogni minuto”, Dante Alighieri. Questa la citazione riportata da Rossano Sasso, sottosegretario all’istruzione in quota Lega. Peccato che il sommo poeta non abbia nulla a che vedere con la frase: gli autori sono infatti Guido Martina e Angelo Bioletto.
Se non sapete di cosa stiamo parlando, non avete mai approfondito la storia di Topolino. Non tanto il personaggio Walt Disney, quanto la rivista a fumetti tutta italiana che esce in edicola fin dal 1949. Autori nostrani re-interpretano da allora le vicende dei personaggi Disney in chiave “maccheronica”.
E L’Inferno di Topolino, parodia in sei parti dell’Inferno della Divina Commedia, è la storia da far leggere a chi pensa che gli autori Disney italiani siano poco “capaci” rispetto ai fumettisti esteri. Un carosello fantasioso ed ambizioso, che rilegge l’inferno di Dante tra farsa e motivi funesti e si conclude nientemeno che con un processo ai due autori.
Cita Dante ma è Topolino: la gaffe del sottosegretario leghista all’Istruzione https://t.co/xm53ZtwoOO
Mentre, nella storia, i versi originali della commedia vengono citati in didascalia in basso, ogni vignetta reinterpreta le sequenze originali con Topolino, Pippo e Paperino. Spesso dai versi medievali vengono tratte scene umoristiche, ma non mancano momenti grotteschi e motivi quasi horror, inimmaginabili nei numeri di Topolino di oggi.
Ed è da qui che la frase, incisa nella pietra in una vignetta, sembra essere stata letta da Sasso, magari cercata su Internet o rammentata a distanza di anni. Comunque, gli unici versi di Dante sono quelli che vedete in basso. Anche perché la re-interpretazione degli autori qui vede la sequenza della commedia cambiata completamente.
Topolino incontra infatti il suo vecchio maestro di scuola, che dice di aver predicato bene e di razzolare male. Come risultato, è condannato a vagare in un deserto in cui piovono fiamme dall’altro: ecco perché, chi si ferma è perduto. L’inferno di Dante, corrispondente in questo punto al Canto XV, riporta ben altre parole.