Facebook ha deciso di chiudere un gruppo con oltre 117 mila iscritti, Noi che amiamo Lino Banfi official, per incitamento all’odio e alla violenza contro gli omosessuali e per la presenza di contenuti sessuali. Il motivo, è presto detto.
Come facilmente intuibile dal nome, i contenuti principali postati all’interno di questo spazio riguardano i film dell’amatissimo attore comico pugliese. Venivano dunque postate sequenze tratte da celeberrime pellicole come Fracchia la belva umana, La liceale seduce i professori e Zucchero, miele e peperoncino.
Nel primo citato ad esempio, una delle scene più famose è quella del ristorante nel quale il commissario Auricchio va a caccia della Belva Umana e si trova di fronte ad un’accoglienza particolare. Un uomo con una chitarra infatti canta E benvenuti a ‘sti frocioni, belli grossi e capoccioni con seguente risposta del poliziotto Non sono frocione, non mi chiemo frì frì, sono commissario e ti faccio un culo così!
Questa scena, entrata oramai nella nostra cultura popolare è stata considerata da Facebook come un incitamento all’odio e alla violenza contro gli omosessuali.
Inoltre in molte scene postate sul gruppo erano presenti le classiche scene dai tratti erotici della commedia all’italiana. Contenuti ritenuti dal social blu non rispettosi delle regole contro i contenuti pornografici.
Nel gruppo si potevano pubblicare solo immagini e frasi dei film con Lino Banfi e scatti relativi alla sua carriera – spiega Calogero Vignera, fondatore del gruppo, a Liber. Qualsiasi altra foto legata ad altri personaggi o contesti, tanto più se violenta o hard, veniva da me filtrata e non pubblicata. Il principale scopo della nostra comunità era quello di fare ridere e tirar su il morale alla persone. E poi facevamo anche tanta beneficenza. Mettevamo all’asta gli autografi di Lino e destinavamo il ricavato a Croce Rossa, Airc o Komen Italia