Martin Scorsese attacca le piattaforme streaming

Scorsese su contenuto e forma nell'era dello streaming

Scorsese
Credits: The Tonight Show Starring Jimmy Fallon / YouTube
Condividi l'articolo

Martin Scorsese dice la sua su streaming e algoritmi

Lo streaming è una realtà che oggi, per il cinema, è ormai diventata irrinunciabile. Lo sa bene Martin Scorsese, storico regista e nome fondamentale della storia del medium, che non ha potuto però infine esimersi dal partecipare, con il suo The Irishman, al gioco di algoritmi di Netflix.

In un suo lungo intervento su Federico Fellini e sul cinema più classico, il regista di The Wolf of Wall Street riflette sul ruolo che assumono oggi le piattaforme streaming come appunto Netflix e Amazon Prime Video. “Anche solo quindici anni fa, il termine ‘contenuto’ si sentiva solo quando la gente discuteva di cinema a livello serio”.

“Era contrastato dal termine ‘forma’. Poi gradualmente, è stato usato sempre più dalle persone che hanno conquistato le compagnie dei media, la maggior parte delle quali non sapevano niente sulla storia della forma d’arte, o nemmeno s’interessavano tanto da pensare che avrebbero dovuto”.

LEGGI ANCHE:  Shine a Light: tanti auguri Mr. Jagger

“Il ‘contenuto’ è diventato un termine di business per tutte le immagini in movimento: un film di David Lean, un video di gatti, una pubblicità del Super Bowl, un sequel di un [film di] supereroi, l’episodio di una serie. Si è collegato, naturalmente, non all’esperienza teatrale ma all’home viewing” prosegue il regista.

“Gli algoritmi trattano lo spettatore come un consumatore e niente più”

“[Questo è accaduto] sulle piattaforme streaming che sono giunte a rimpiazzare l’esperienza dell’andare al cinema, proprio come Amazon ha rimpiazzato i negozi fisici. Da una parte questo è stato un bene per i registi, me incluso. Dall’altra, ha creato una situazione in cui tutto è presentato allo spettatore in un contesto di parità, in cui suona democratico ma non lo è“.

“Se ulteriori visioni vengono ‘suggerite’ da algoritmi basati su cose che avete già visto e i suggerimenti sono basati solo sui soggetti o sui generi, allora che cosa comporta questo per l’arte del cinema? Curare non è anti-democratico o ‘elitista’, un termine che adesso si usa così spesso che è diventato privo di significato”.

LEGGI ANCHE:  10 film che dovete assolutamente vedere se amate Narcos

“Si tratta di un atto di generosità: state condividendo quello che amate e che vi ha ispirati. [Perciò] le migliori piattaforme di streaming, come The Criterion Channel, MUBI e i canali tradizionali come TCM [Turner Classic Movies], sono basate sul curare: sono di fatto curate”.

“Gli algoritmi [invece] sono per definizione basati sui calcoli, che trattano lo spettatore come un consumatore e niente più”. In buona sostanza, Scorsese sostiene che l’intervento umano, nella cura appunto e nella selezione dei contenuti, dovrebbe sempre avere la precedenza sulla pura logica informatica in base alla quale funzionano le piattaforme streaming.

Fonte: Harper’s Magazine