Parlare oggi dell’importanza di un regista come George Romero può risultare del tutto superfluo. La sua filmografia è un perfetto biglietto da visita che fa ben capire quanto il regista newyorchese abbia dato al genere horror nonché al cinema in generale. In particolar modo, l’epiteto affibbiatogli di “papà degli Zombi“.
Tutto nasce nel 1968 con un horror girato quasi a tempo perso, La Notte dei Morti Viventi. Prima di allora, il concetto di zombie era molto aleatorio e legato principalmente alla tradizione del voodoo come Ho Camminato Con Uno Zombi. Nulla a che vedere con quanto propose Romero venticinque anni dopo.
Proprio con La Notte dei Morti Viventi, George Romero dettò le regole basilari per lo zombie-movie (qui una lista dei migliori sul tema), divenendo quindi costruttore di un archetipo ben preciso e seminale. Nonché creatore di film sul tema a dir poco perfetti e soprattutto al passo coi tempi.
Sebbene il nome di Romero sia (a ragione) affiancato a quello degli zombie, la sua filmografia vede anche esperimenti su altri lidi dell’horror, quali vampirismo e stregoneria ad esempio. Ma ciò che colpisce è la sua immutata coerenza nel trasporre in immagini le sue idee, anche cambiando sottogenere.
Anche i grandi sbagliano, seppur non proprio per colpa loro, come in questo caso. Tratto da un libro di Stephen King, Romero prova a metterci del suo, riuscendoci anche in parte. Tuttavia, la post-produzione del film lo vide escluso dal montaggio e dai tagli, rovinando pesantemente questo racconto sul dualismo dell’uomo.
Bruiser – La Vendetta Non Ha Volto, 2000
Un film sulla vendetta che guarda all’incubo reale di Henry, il quale si sveglia un giorno senza volto né identità. Il trauma lo condurrà alla follia, portandolo all’estrema decisione di vendicarsi di chiunque l’abbia tradito nella sua vita, iniziandolo a un percorso costellato di violenza. Dopo anni di assenza, ritorna Romero ma ben lontano dai fasti che l’avevano caratterizzato.
Monkey Shines – Esperimento nel Terrore, 1988
Come per La Metà Oscura, il film regge bene fino al più classico dei finali imposti per ragioni commerciali. Uno studente di scienze, Allan, rimane paralizzato a seguito di un incidente. Tuttavia, nulla gli impedisce di seguire il dottor Geoffrey in un esperimento su un nuovo tipo di terapia psicologica sperimentata su Ella, una scimmia. Le cose non andranno per il verso giusto, almeno fino al finale.
Strano a dirsi, ma Romero ha anche avuto un momento “di sbandamento“, uscendo dai binari dell’horror. Una deviazione, o forse un deragliamento, verso il più classico dei film romantici, subito dopo l’esordio zombesco. Una storia d’amore tra un sedicente artista ed una modella, in tutte le sue sfaccettature, raccontata come un flashback pregno di nostalgia.