Ospitato dalla giornalista Baba Wawa (Gilda Radner), l’Henry Kissinger di John Belushi è l’apoteosi della caricatura. Doppia, in questo caso, visto che Gilda Radner ci fornisce una sua personalissima versione della conduttrice Barbara Walters, che mastica una sua a sua volta personalissima versione dell’inglese. Il fulcro del dibattito non poteva quindi che essere l’accento di Kissinger, esasperato da Belushi in una scena che mira direttamente all’intellettualismo salottiero.
Il proprietario greco dell’Olympia Cafè
Ma nella caricatura continua di persone e personaggi reali, Belushi ha incastonato perle di verosimili quotidianità . Pete Dionisopoulos è l’intransigente direttore di un piccolo ristorante, in cui è possibile ordinare esclusivamente chiburger, “No frais, chip” e “No Coke, Pepsi”.
Il personaggio è ispirato alla storia famigliare dei Belushi: il padre aveva un locale di nome Olympia, e lo zio era stato venditore di Hot Dog. Nel cast, oltre a Belushi e al suo compagno di scena Dan Aykroyd, anche un giovanissimo Bill Murray, che rispetta ed onora la rigidissima politica del locale: “Chiburger, chiburger, chiburger”.
John Belushi – I 5 ruoli chiave della sua carriera hollywoodiana
La carriera cinematografica di John Belushi inizia ufficialmente con Animal House di John Landis (qui alcune curiosità sul film), e sotto la firma di questo regista ha chiuso il cerchio della sua carriera portando sul grande schermo il duo dei Blues Brothers. La sua esperienza come attore è durata quindi ufficialmente quattro anni: non molto, ma sufficiente a farlo diventare un emblema da mostrare fieramente sulla reclame di un film.
Nonostante fosse però il volto del film Old Boyfriends, il suo personaggio non è che una comparsa. Stesso dicasi per Verso Sud, un western senza troppe pretese dove a fare da padrone è l’assolo di Jack Nicholson, per l’occasione anche regista.
Dopo il grande esordio con Duel e la consacrazione istantanea con Lo squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo, per Spielberg arriva il momento di una prima riflessione meta-cinematografica. Fallimento al momento dell’uscita e sicuramente non annoverato tra le sue opere canoniche, 1941 – Allarme a Hollywood è in realtà un film notevole. Un’opera che sin dalle prime, straordinarie, battute non vuole celare quale sia il suo vero intento.
Dietro il racconto corale di un’epoca di allarme vi è una satira beffarda di Hollywood e del sogno americano, che prende di mira una società chiusa nella sua aurea, ma quanto mai fragile, esclusività . Quella stessa società che in quegli anni viveva il trauma del Vietnam e che Spielberg decide quindi di sbeffeggiare anche con un certo coraggio, lanciando la carriera di Robert Zemeckis, e riunendo sotto la sua direzione un cast nutrito da grandi stelle e fenomeni emergenti. Tra questi, per la prima volta entrambi sul grande schermo, John Belushi e Dan Aykroyd.
Il personaggio di John Belushi incarna perfettamente quella contraddizione che sta alla base del film tra valori presunti e inettitudine manifesta. Dietro il suo personaggio rivediamo in trasparenza il pilota maggiore T.J.”King” Kong dal Dr.Stranamore di Kubrick. Non sarà quindi un caso che anche Slim Pickens sia un elemento di questo strambo, e a suo modo geniale, affresco storico.
4. I vicini di casa, John G.Avildsen (1981)
Una sceneggiatura continuamente in bilico su un sano e surreale non-sense è alla base di una commedia dai ritmi serrati. Tanto è frenetico il ritmo de I vicini di casa, tanto è archetipico il personaggio di John Belushi, costretto per l’occasione in un disilluso e abitudinario uomo di mezza età , alle prese con i nuovi bizzarri dirimpettai. E in questo, Belushi dimostra qual è il reale fil rouge di un’intera carriera passata a dare il volto a decine e decine di personaggi. Essere il catalizzatore del grottesco, dell’assurdo; essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Così Belushi si pone letteralmente agli antipodi dell’eccentrico Vic, personaggio sopra le righe portato in scena dall’amico fraterno Aykroyd. In Earl riconosciamo persino quell’inadeguatezza di alleniana memoria (il doppiatore di Belushi in questo film è proprio il grande Oreste Lionello), condita da una punta di inevitabile cinismo.
I Vicini di casa resta l’ultimo film di John Belushi, per il quale però era all’orizzonte un nuovo progetto, Ghostbusters. La morte prematura del promettente attore ha rimischiato le carte, affidando a Bill Murray il suo ruolo, confermando l’amico e collega del Saturday Night Live quale uno tra i suoi principali eredi spirituali.