L’incontro annunciato sin dai primi capitoli del manga, lo scontro tra i due fratelli Uchiha, oltre alla sua innegabile spettacolarità, ha il pregio di aver ribaltato la figura di Itachi che, da spietato assassino del Clan, è diventato il salvatore del villaggio.
Consapevole della sua imminente morte, per mano di un’incurabile malattia, decide consciamente di farsi eliminare dal fratello minore compiendo, così, la propria espiazione che, come diceva Platone, è il mezzo per guarire l’anima dalle sue proprie malattie. L’autore cerca anche di insegnare a noi lettori, attraverso la figura di Sasuke, quanto la vendetta non porti altro che dolore e violenza, distruggendo noi stessi.
Inoltre, il combattimento diviene un’apripista sulle reali capacità dello Sharingan, abilità peculiare del Clan, dai poteri che scaturire e dei rischi che si corrono nell’abusarne.
Infine, come non parlare dell’importanza dell’amore fraterno che provano i due personaggi, talmente forte da spingere Itachi a risparmiare Sasuke durante il massacro del Clan e da spingere il secondo a cercare vendetta, essendosi sentito tradito dalla sua figura di riferimento. Kishimoto, nell’ultima vignetta dello scontro, ha voluto evidenziare quanto, nonostante tutto, l’amore sia un qualcosa di indissolubile.
2) Naruto vs Neji: Destino
A differenza dei combattimenti citati in precedenza, questo, registicamente parlando, risulta meno spettacolare, tuttavia possiede una chiave di lettura che lo porta ad essere uno dei migliori scontri di tutta l’opera, tanto da guadagnarsi il secondo posto nella mia personale classifica.
I due contendenti rispecchiano due modi di vivere diametralmente opposti: da una parte abbiamo Neji Hyuga, genio appartenente al Clan più potente di Konoha, che incarna l’ineluttabilità del destino e di come questo condizioni la vita dell’individuo. Dall’altra abbiamo Naruto, il protagonista considerato da tutti un fallito, che rappresenta l’autodeterminazione di sé nonostante le avversità della vita.
Abbiamo avuto la pelle d’oca quando Naruto sconfigge il suo avversario, ritenuto da tutti il favorito, con la tecnica che lo aveva portato alla bocciatura nell’esame dell’accademia, la moltiplicazione del corpo, dimostrando che con la forza di volontà si può cambiare la direzione della propria vita.
Due sono poi gli elementi che arricchiscono l’importanza di questa battaglia: la figura di Hinata e la metafora dell’uccello in gabbia. La prima, amica del protagonista e cugina di Neji, è il motore della rivalità che si accende tra i due perché, se per il primo incarna l’importanza della promessa e della volontà di cambiare, per il secondo rappresenta il destino avverso ed inevitabile, il quale non bisogna far altro che disprezzare.
La poetica immagine dell’uccello in gabbia, che permea i capitoli dello scontro, non è altro che il desiderio represso di Neji di autodeterminarsi andando contro le leggi del proprio Clan, per poi librarsi in volo quando questi si riappacifica non solo con suo zio Hiashi, ma anche con sé stesso.
E qui arriviamo al primo posto, il combattimento tra i due allievi del maestro Jiraya che, per uno scherzo del destino, appartengono anche allo stesso Clan. Prima di essere uno scontro fra due uomini, è prima di tutto una battaglia ideologica su come sia possibile giungere alla pace.
Pain, come anticipa il suo nome, ritiene che il dolore sia l’unico modo possibile per ottenerla, poiché essa ha la peculiarità di far crescere l’individuo, portandolo alla maturazione.
Naruto, invece, abbraccia la filosofia di Tommaso D’Aquino che pone al centro di tutto la compassione come mezzo per raggiungere la pace tra i popoli, perché solo essa è in grado di alleviare il dolore dei cuori e permettere così di capirsi l’un l’altro, arrivando anche a perdonare il suo avversario, nonostante avesse ucciso il suo maestro e distrutto il suo villaggio.
Il dolore, all’interno di tutta l’opera, rappresenta quasi un Deus ex machina che guida azioni e personaggi, ma di questo ne parleremo in un’altra occasione.
Senza dilungarci oltre, questo confronto è quello che mi ha suscitato maggior riflessione, soprattutto per le situazioni contemporanee che tutti noi viviamo ogni giorno. E voi, cosa ne pensate? Qual è la vostra personale classifica? Scrivetelo nei commenti e continuate a seguirci su LaScimmiaPensa.com!