Phil Spector è morto in prigione, all’età di 81 anni, a causa del COVID-19. Una fine in silenzio per una delle figure della storia della musica più difficili da inquadrare. Definire la sua eredità e la sua influenza nel mondo della produzione discografica non è cosa facile a farsi, così come non è facile dare un giudizio su quel che è successo dopo.
Da firma d’oro nelle produzioni musicali degli anni ’60 a colpevole riconosciuto di omicidio, Spector rimane un personaggio dalle molte sfaccettature, che sono già state indagate in un biopic con Al Pacino. In decadi di carriera, il produttore ha lasciato la sua impronta in molti momenti topici della storia della musica.
Dalla sua Phillies Records, responsabile di molti grandi successi degli anni ’60, al lavoro con Ike e Tina Turner (è co-autore di River Deep, Mountain High), Spector si fa conoscere con il suo wall of sound. Ossia, una tecnica di produzione che crea un compatto muro di suoni, inedita e rivoluzionaria per l’epoca.
Quella di Phil Spector è stata una figura influente ma controversa
Attorno al 1970 Spector lavora con i Beatles, producendo la prima, storica ma discussa versione dell’album finale del quartetto: Let It Be. Rimane presente nella carriera degli esordi di John Lennon e George Harrison. Nel primo album di quest’ultimo, All Things Must Pass, si può sentire chiaramente la sua influenza.
In seguito collabora con Leonard Cohen e i Ramones di inzio carriera, ai quali fa registrare una nuova versione di Baby, I Love You, successo del 1963 delle Ronettes. Nelle decadi successive la sua attività nell’industria discografica si riduce alquanto, mentre il suo carattere difficile gli rende sempre più ardua qualunque collaborazione.
Si arriva così al fattaccio: nel 2003 Spector viene arrestato per l’omicidio dell’attrice Lana Clarkson. Il processo tiene banco per svariati anni, ma alla fine viene giudicato colpevole nel 2009. Al momento della sua morte, era a buon punto dei 19 anni che avrebbe dovuto scontare in prigione. Noi possiamo ora solo inziare a rileggerne la storia e trarne quanto possiamo.