WandaVision | Recensione della serie tv Marvel Cinematic Universe su Disney+

Finalmente ci siamo, l'atteso mondo seriale del Marvel Cinematic Universe è approdato su Disney+, inaugura le danze WandaVision

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WandaVision: immagine promozionale
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Dopo continui ritardi a causa di un 2020 semi apocalittico, il mondo seriale del Marvel Cinematic Universe ha finalmente esordito su Disney+ con la sua prima attesissima opera: WandaVision. Due episodi che ci catapultano nuovamente in uno dei franchise più redditizi della storia del cinema contemporaneo nonché vero e proprio fenomeno di massa capace di ridonare nuova linfa alla decennale vita dell’epica supereroistica.

Aggiornato al 05/03/2021: nell’ultimo paragrafo troverete le conclusioni emerse dopo la fine della serie.

WandaVision: l’illusione di essere vivi, veri, innamorati, felici e ordinari | Recensione

Quando Wanda Maximoff è in difficoltà spesso crea un’illusione, per sé e per gli altri. Costruisce in prima persona ciò che un destino beffardo, sfortunato e ballerino le ha negato. La differenza con quest’ultimo è nella solidità della costruzione. Tale chimera è una costante della vita di Scarlet.

Visione, invece, è colui che vive delle illusioni costruitegli, lo fa sia per i suoi primi e poi rinnegati creatori sia per Wanda, ma soprattutto per se stesso, poiché è un essere sospeso; orfano, né umano né del tutto androide, poiché lo spirito è quello di un uomo che anela a tutte le pienezze della vita. Da ciò si ricava facilmente che nonostante appaia un amore impossibile, quello di Wanda e Visione è un rapporto combaciante, mutuale. C’è chi crea l’illusione e chi è disposto a crederci, se non proprio per sé almeno per mantenere in virtù l’altro e viceversa. Siamo dinanzi a una delle storie d’amore più belle e dolorose del mondo dei comics supereroistici.

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Elizabeth Olsen e Paul Bettany in WandaVision

Ovviamente possiamo dire ancora poco, men che meno giudicare, e ci prefissiamo l’obiettivo di ritornare su questa recensione una volta che la serie abbia completato il suo percorso. Nonostante ciò, dopo questo esordio resta un dato di fatto: WandaVision conquista alla prima visione grazie al suo umorismo ingenuamente divertente e alla sottile immissione di un grande mistero, tenendo conto che il legame profondo con il primo arco narrativo MCU dona un elettrizzante dietro le quinte per ogni appassionato. A imbellettare l’impalcatura dialogica e narrativa, una messa in scena squisitamente riuscita nel suo omaggio alle sitcom anni cinquanta e sessanta, con le proprie regole e tempi, la bonarietà stucchevolmente felice, che offrono un ritratto dell’esistenza attraverso una superficialità della vita quotidiana di provincia rappresentata con una lucentezza da cartone animato (immancabili i tipici stacchetti animati stile Vita da Strega).

La costruzione di tale mondo non poteva che essere estremamente credibile. Come riportato all’annuncio del piano seriale Marvel/Disney, le produzioni sono di altissimo profilo e gli autori hanno potuto beneficiare di tutto l’occorrente per rimettere in piedi un’epoca televisiva ormai lontana nel tempo ma che ancora influenza, a distanza di decenni, con le sue regole non scritte, parte dell’offerta odierna. Pertanto, l’uso di lenti e luci dell’epoca donano quel pizzico di vintage (ad esempio con le sferiche H-Series lenses) inevitabile per l’approccio stilistico della serie. L’espediente si sposa benissimo con l’alta tecnologia che una produzione del genere può offrire. Il connubio ARRI LF e lenti anamorfiche sono garanzia di qualità e legano perfettamente le due anime dello show: televisione e cinema; e conferma ancora una volta l’innegabile fascino degli obiettivi anamorfici, ormai rientrati nuovamente a pieno regime nelle produzioni odierne.

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Passando al piano prettamente della scrittura e della storia, WandaVision pare finalmente dare più respiro a ciò che realmente sono i fumetti sui supereroi, decenni di storie contenitrici di mode, tendenze, citazionismo, approfondimento della realtà, riflessione e tanto altro; quindi non solo e unicamente poteri, muscoli e scontro con il villain di turno. Verità ben rappresentata dagli autori che la serie prende in prestito: Bill Mantlo, Steve Englehart, John Byrne, Brian Michael Bendis e ultimo ma non per importanza, Tom King, che ha fatto di questa lezione un vero e proprio monumento all’essenza intima del fumetto supereroistico attraverso anche una recente rilettura di Visione che corona definitivamente lo splendido lavoro fatto negli anni passati dagli autori sopra citati.

Wandavision deve molto alla scuola “matita, china e inchiostro”, più dei film, quasi a voler dire come attraverso la serialità, libera dai vincoli del blockbuster a tutti i costi, si possa dare libero accesso alla storia degli artisti che hanno fatto dell’autorialità un marchio, seppur spesso sotto traccia, dei superhero comics. Si intravede profondità in WandaVision, che questa sia un’ illusione non è ancora dato saperlo. Non ci resta che aspettare e vedere dove ci porterà questo viaggio, che ha già il sapore di qualcosa di diverso rispetto agli ultimi dieci anni di Marvel Cinematic Universe.

Giudizio finale: un abbagliante specchietto per le allodole

Infine siamo giunti, l’attesissima WandaVision ha terminato la sua corsa ponendo altri tasselli fondamentali per il futuro del Marvel Cinematic Universe. Tirando le somme, dopo aver detto la nostra sulle prime puntate di questa ambiziosa serie, non ci resta che porci la fatidica domanda: le nostre prime impressioni sono state rispettate? In parte, non del tutto.

Il comparto tecnico si conferma una felice commistione tra mezzi espressivi, l’estetica cinematografica dona un tocco epico necessario al collegamento con la saga madre — con particolare riferimento alle scene in computer grafica, ove il livello raggiunto negli scontri e nelle sequenze complesse non è certo comune nel piccolo schermo — ; mentre il piano prettamente televisivo non solo è curato con mezzi di alto profilo ma è valorizzato soprattutto attraverso l’impostazione metatelevisiva. Quest’ultima è sicuramente il fiore all’occhiello dell’estetica dello show, capace di omaggiare cinquant’anni di sitcom grazie a numerosi rimandi, omaggi e rivisitazioni dei vari leitmotiv che hanno fatto del serial uno dei format di maggior successo del piccolo schermo.

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Sul piano narrativo, invece, dobbiamo ammettere che l’attesa “maggior profondità del discorso” è stata, in parte, fagocitata dall’elemento blockbuster. Quest’ultimo punto non è sicuramente un difetto vista la natura dello show e dell’MCU in generale, ma tradisce alcune impressioni iniziali avute da molti appassionati di fumetti, che ricordano perfettamente l’intensità dell’arco narrativo di Wanda e Visione. Resta sicuramente una delle prove più “autoriali” del mondo Marvel, nonostante non osi quanto poteva o quanto, forse, avrebbe dovuto.

Ma in fondo cosa importa? Il divertimento è stato assicurato, la serie ha tenuto banco per mesi, Disney ha centrato il proprio obiettivo, Marvel ha rinnovato l’interesse per il suo Universo e il pubblico è stato impegnato con un nuovo luccicante giocattolo. E gli appassionati dei comics supereroistici? Loro già sanno che la magia di quello che amano la si ritrova solo su carta, matita e china; le serie e i film sono solo un portale per fare entrare Tutti, allegramente e con spensieratezza, in questo piccolo grande mondo che prima era nicchia e ora cattedrale.

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Elizabeth Olsen e Paul Bettany in WandaVision

Scheda tecnica

PaeseStati Uniti d’America
Anno2021
Formatominiserie TV
Generesitcom, sentimentale, drammatico, supereroi, serie TV
Puntate9
Durata27-34 min (puntata)
Lingua originaleinglese
Rapporto2,40:1 – 4:3
IdeatoreJac Schaeffer
RegiaMatt Shakman
Direttore della fotografiaJess Hall

Trama

Dopo la tragica separazione avvenuta in Infinity War, Scarlet e Visione si ritrovano di nuovo insieme in un mondo apparentemente incantato e fittizio. Come recita la presentazione sul portale Disney+: “WandaVision unisce lo stile delle classiche sitcom all’Universo Cinematografico Marvel in cui Wanda Maximoff e Visione, due esseri dotati di superpoteri che conducono una vita tranquilla di periferia, iniziano a sospettare che niente sia come sembra”.

Cast

  • Elizabeth Olsen: Wanda Maximoff
  • Paul Bettany: Visione
  • Debra Jo Rupp: signora Hart
  • Fred Melamed: Arthur Hart
  • Kathryn Hahn: Agnes
  • Teyonah Parris: Geraldine / Monica Rambeau
  • Kat Dennings: Darcy Lewis
  • Randall Park: Jimmy Woo

WandaVision: Trailer

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