Ariel Pink sta facendo discutere tutti per la sua presenza all’assalto a Capitol Hill, ma molti in Italia non sanno chi sia
Ariel Pink non è un musicista famoso qui da noi e, prima dell’attacco di Capitol Hill, non era celeberrimo nemmeno negli Stati Uniti. Ora le cose stanno cambiando, da quando Pink (vero nome: Ariel Marcus Rosenberg) ha reso nota la sua partecipazione alle discusse proteste.
“Ero a [Washington] D.C. per mostrare il mio supporto verso il presidente. Ho partecipato al comizio sul prato della Casa Bianca, sono tornato all’hotel e ho fatto un pisolino. Fine della storia” ha detto il musicista, aggiungendo “Votate Trump“. Naturalmente, non si tratta dell’unico nome più o meno famoso, nella scena musicale, che si sia detto pro-Trump.
Per ora si contano John Dolmayan, batterista dei System of a Down; John Maus, cantautore e compositore; Jon Schaffer degli Iced Earth; John Cooper, cantante degli Skillet; e Philip Labonte, cantante degli All That Remains. Altri, come Eric Clapton, Van Morrison, Steven Morrissey e Ian Brown degli Stone Roses, hanno espresso posizioni no-mask e pro-Brexit.
Ariel Pink è solo l’ultimo di questo elenco e, come gli altri, sta ora affrontando un importante backlash derivato dalla sua partecipazione alle proteste; le quali, da gran parte dell’opinione pubblica americana (e mondiale) sono ora viste negativamente, anche dati i cinque morti che ne sono stati il risultato.
“La mia famiglia ha ricevuto minacce di morte”
Dopo Capitol Hill, Rosenberg è stato abbandonato dalla sua casa discografica e delle accuse di molestie nei suoi riguardi da parte della sua ex-fidanzata sono emerse quasi contemporaneamente. “La mia famiglia ha ricevuto minacce di morte” racconta a Fox News “Non sanno nemmeno che sono qui. Ho dovuto filarmela perché hanno paura che io vada in televisione”.
Cerchiamo di capire, ora, perché Ariel Pink tra tutti sta attirando così tanto l’attenzione e perché è finito nel mirino degli anti-Trumpisti. Ripercorriamone brevemente la carriera: attivo fin dali anni ’90 nel circuito underground di Los Angeles, Pink si è fatto strada nella scena alternativa americana come pochi altri.
Sempre vicino al lo-fi, alla musica psichedelica e alle produzioni indipendenti, Rosenberg è diventato famoso tra il 2009 e il 2010 come padre putativo del movimento chillwave e del cosiddetto hypnagogic pop. Forme di musica nostalgiche che, all’epoca, lo hanno associato velocemente alla crescente vaporwave.
Il suo album Before Today, del 2010, è considerato uno dei migliori dello scorso decennio. Ha collaborato con tanti musicisti importanti, da Miley Cyrus a Weyes Blood e da Sky Ferreira agli MGMT. Eppure, ora, il pubblico gli sta voltando le spalle. Forse è proprio la sua passata adesione a culture e musiche “alternative”, ora, a sconcertare un po’ tutti, viste le sue nuove posizioni.