The Gentlemen: recensione del film di Guy Ritchie su Amazon Prime Video

The Gentlemen è il nuovo folgorante film di Guy Ritchie, ora disponibile nel catalogo Amazon Prime Video . Il regista di The Snatch, Lock & Stock e Rockenrolla è tornato, ma questa volta ha assoldato una squadra criminale composta solo di soggetti d'alta classe, da Matthew McConaughey e Hugh Grant, passando per il Coach Colin Farrell.

The Gentlemen
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Guy Ritchie è tornato, e il suo inarrestabile nuovo gangster-drama, The Gentlemen, resta una delle novità più forti ora disponibili in streaming sul catalogo Amazon Prime Video.

Se siete già tra gli estimatori, i fan irriducibili del regista di Lock & Stock (1998), The Snatch (2002) e RocknRolla (2008) ritroverete l’estetica, l’estro e il ritmo tentacolare, indemoniato che distinguono fin dagli esordi il cinema di Guy Ritchie.

Ovvero, una macchina da intrattenimento filmico collaudata, fondata su una serie di elementi inconfondibili: la struttura del film-corale, popolata di un’orda dei più improbabili criminali, incendiata dalla colonna sonora, infine esplosa attraverso una serie serrata di stacchi di camera e montaggio.

Guy Ritchie, tra i più popolari autori del cinema contemporaneo, resta un caso assolutamente anomalo. Inizialmente eletto come enfant-prodige del Cinema britannico, ha poi conosciuto alterne fortune.

Qualcuno non gli ha mai perdonato Travolti dal destino (2002), infausto remake del classico di Lina Wertmüller, realizzato evidentemente per compiacere le velleità cinematografiche di una celebre Popstar, allora moglie del regista: Madonna.

Riadattare Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto non è stata oggettivamente un’idea brillante. Ma l’accanimento critico che Guy Ritchie ha conosciuto da quel momento resta aldilà dell’umana comprensione.

Altri critici non perdoneranno il successo e l’anima hollywoodiana dei due capitoli di Sherlock Holmes con Robert Downey Jr. e Jude Law nella parte di Watson, meno che mai la sua prova del 2019 per Disney, il remake live-action di Aladdin.

Accusato prima di essere un cineasta ripetitivo, incapace di uscire dai propri schemi, quindi di aver totalmente annullato la propria identità autoriale, Guy Ritchie, anche dei periodi di più profonda crisi creativa, continua ostinatamente a produrre dell’ottimo Cinema.

La riprova è proprio il nuovo The Gentlemen: un film in grado di garantire divertimento assoluto, che in prima istanza sembra restaurare i più tradizionali stilemi del regista, mentre in realtà lavora su elementi d’innovazioni davvero sottili.

La recensione che vi presentiamo ha una salomonica votazione di 3,5 stelle. Una cifra simbolica che può essere considerata la metafora del proverbiale: film da non perdere.

Ma se siete tra i fan storici di Guy Ritchie, consideriamo pure questa una recensione da cinquemila stelle. Perché il dato stupefacente è proprio come The Gentlemem rappresenti un grandioso ritorno alle origini, mentre ridefinisce l’immaginario e l’estetica del regista con elementi del tutto inediti.

The Gentlemen: la trama

Michael “Mickey” Pearson (Matthew McConaughey), nato in povertà negli Stati Uniti, ha raggiunto la Gran Bretagna in giovane età, per la precisione Oxford, forte di una prestigiosa borsa di studio.

In effetti lo studente era brillante, ma fin dagli esordi ha scelto di impiegare il suo talento in una unica direzione: quella di una folgorante ascesa criminale. La Cannabis, la Marijuana è il suo business e l’alta nobiltà inglese si è rivelata nel tempo il suo partner d’elezione.

Ma nel frattempo, la vita di Mickey è cambiata radicalmente. Oggi desidera solo cedere integralmente il suo business a un nuovo player, un nuovo Boss che sia disposto a corrispondergli il giusto prezzo: 400.000.000 dollari.

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Il progetto di Mickey Pearson prevede poi un pre-pensionamento extra-lusso con la sua amatissima moglie inglese, Rosalind (Michelle Dockery). Il piano sembra decisamente rischioso ma anche perfettamente calibrato, già che il compratore ideale è già disponibile: Matthew Berger (Jeremy Strong).

Sarebbe tutto criminale ma impeccabile, se il film non cominciasse con un ospite inatteso: Fletcher (Hugh Grant), investigatore privato di decennale, comprovata esperienza, deciso a tentare il colpo della vita.

Dopo una vita a rimestare nel torbido, l’intraprendente Fletcher è entrato in possesso d’informazioni molto compromettenti. Si presenta così in piena notte in casa di Charlie Hunnam, alias Raymond Smith, braccio destro, o forse sarebbe meglio dire braccio armato di Pearson.

La mossa di Fletcher sembra decisamente temeraria, per non dire suicida. Ma l’uomo è davvero determinato, nonché convinto delle sue ragioni. Se Pearson non fosse disposto a comprare il suo silenzio, l’alternativa è un pubblico disastro formato Cinema.

Fletcher presenta così con dovizia di dettagli la sua sceneggiatura, che fatalmente prende il titolo di “Bush”. Il film potrà anche essere vagamente romanzato, ma consegnare lo script a Big Dave (Eddie Marsan), uno tra i più famigerati, spregiudicati Direttori del Gossip inglese, significa mettere letteralmente in piazza tutti i più sordidi traffici di Pearson.

Tutti questi elementi sono semplicemente le premesse di The Gentlemen. E una volta che questi molteplici fattori verrano shakerati, mescolati e serviti, il risultato sarà inevitabilmente un esplosivo gangster movie.

The Gentlemen: la recensione

Invitarvi a vedere The Gentlemen su Amazon Prime Video, rigorosamente in lingua originale, e invitarvi a vederlo perché è divertente, potrebbe in realtà esaurire una qualunque onesta recensione.

Banalmente, sin dalla sequenza di apertura, quello che si apre è un multilevel-drama magnificamente scritto, orchestrato per esaltare il talento di un cast decisamente nutrito, composto solo e unicamente da interpreti in stato di grazia.

Dalla moltitudine dei personaggi secondari alla complessa rete di anti-eroi e antagonisti che costituisce la struttura del film, The Gentlemen è un film che procede secondo una serie serrata di continui plot-twist, e così descrive minuziosamente l’Universo criminale londinese.

Non siamo più nei bassifondi, l’underground, quel sottobosco violento conteso da diverse gang. Rispetto all’esperienza di The Snatch Guy Ritchie ha aggiornato il suo Cinema in funzione di una realtà profondamente mutata.

Le tribù e le gang esistono ancora, ma il regista ha deciso di partire dai vertici, la molteplicità dei piani alti, per scatenare il suo personale affresco dai colori saturi, pervaso come da tradizione dal Black Humour, che pure conserva una insospettabile anima realista.

Affermare che l’alta nobiltà inglese stringa abitualmente accordi con i più spregiudicati boss americani, non è proprio un banale espediente narrativo. In termini di cultura britannica, al contrario, descrivere certe dinamiche criminali è una provocazione piuttosto ardita.

Le alte sfere rappresentate attraverso gli occhi di Pearson e del suo braccio armato, alias Matthew McConaughey e Charlie Hunnam, sono uno spettacolo di decadenza assoluta, popolato di Lord che conservano tenute, aplomb e privilegi, ma cercano disperatamente liquidità per riparare il tetto.

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E se le nuove generazioni, i giovani Lord, sono persi tra cannabis eroina e pasticche, il ritratto più spietato, più squallido e indecoroso, non è quello che Guy Ritchie riserva alle gang. è quello riservato alla carta stampata.

Il dato più interessante di The Gentlemen è come sia forse il film più scritto, più sceneggiato di Guy Ritchie, un regista che ha costruito la sua estetica sul jump-cut, detto tecnicamente “taglio in asse”.

Una scelta di montaggio fisica, che preleva la parte centrale dell’inquadratura, procede annullando le classiche coordinare della consequenzialità lineare, muovendosi liberamente sia nel tempo che nello spazio. The Gentlemen, in questo senso, non fa eccezione.

L’affresco si compone di bits & pieces, plot-twist sempre più imprevedibili, procede con disinvoltura avanti e indietro nel tempo, mentre alterna con disinvoltura sequenze reali e digressioni di assoluta fantasia.

Eppure, per quanto resti un’esperienza audiovisiva fortemente fisica,il nuovo film di Guy Ritchie sceglie uno dei personaggi come narratore onnisciente. La voce che ci guida attraverso gli strati della società è quella di Flecter, o meglio dell’ineffabile Hugh Grant.

Il suo personaggio, un incauto ricattatore, è lo sceneggiatore del “film nel film”. E la struttura è così perfettamente congegnata che Guy Ritchie riesce a moltiplicare ancora i piani del racconto, superando essenzialmente se stesso.

Quanto a Hugh Grant, accettando la parte di questo squallido, maldestro villain, l’attore mette a segno una delle migliori interpretazioni della sua carriera. La quale, probabilmente, sarà ora incentrata su una serie di Cattivi sempre più suadenti (vedi The Undoing).

Se rivediamo The Gentlemen, se ripercorriamo l’intricata successione degli eventi dal punto di vista Fletcher, il film smette addirittura di essere un gangster movie. Diventa un caper movie, il film di rapina, fondato solo sull’esperienza del narratore.

Il quale, in fondo, non è che un mentecatto in cerca del colpaccio, una povera anima, disperatamente in cerca del colpo della vita. Senza contare la prospettiva del Coach, il personaggio di Colin Farrell.

Ogni linea narrativa alluda in pratica a un mondo. E ogni sfera di questo Universo criminale è rappresentata senza moralismi, senza giudizi. Tranne naturalmente che per Big Dave.

Se lo stesso Guy Ritchie ha conosciuto così a fondo la stampa scandalistica inglese, la persecuzione, il tritacarne e la macchina del fango, soprsattutto negli anni del divorzio da Madonna, The Gentleman potrebbe anche essere una sorta di personale, ironica resa dei conti.

E se, in ultima istanza, conta il punto di vista degli spettatori, lo showdown è una festa per gli occhi. Buona visione!

Il Cast

Matthew McConaughey: Michael “Mickey” Pearson

Charlie Hunnam: Raymond Smith

Hugh Grant: Fletcher

Colin Farrell: Coach

Michelle Dockery: Rosalind Pearson

Eddie Marsan: Big Dave

Henry Golding: Dry Eye “Occhio Asciutto”

Jeremy Strong: Matthew Berger

Trailer ufficiale inglese

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