Un titolo che va e viene dai cataloghi Netflix, è tutto sommato perfettamente in linea con l’offerta del mese, molto locale e molto nera. Il nuovo Without Remorse, è notizia recente, uscirà su Amazon, e proseguirà in un certo senso la maledizione-Sollima legata al cinema. Il regista italiano più influente dai tempi forse di Argento, sembra infatti destinato a una carriera dietro le quinte, legato più ad un lavoro televisivo-editoriale che ad esprimersi come autore totale. Ad oggi il suo catalogo conta tre serie tv, un film-pilota per un nuovo franchise (Suburra), un capitolo di mezzo su commissione per una saga USA (Soldado), e, nell’estate 2021, un nuovo progetto, a questo punto forse destinato a perdersi nel caos delle offerte streaming.
ACAB resta a questo punto l’unico film-film di Stefano Sollima: pensato e prodotto esclusivamente per il cinema, perfettamente chiuso e compiuto nei suoi centodieci minuti. Il suo lavoro meno esplicitamente action e manniano, ma anche uno dei suoi migliori. Dunque, di conseguenza, uno dei più potenti e importanti film italiani dello scorso decennio.
La grandezza dei primi due film è riconosciuta e insuperabile, resa ancor più palese dal confronto con le recenti incarnazioni del personaggio (una superiorità olimpica che riguarda interpreti, azione, grandezza della messa in scena, lo spessore stesso della trilogia originale contrapposto alla serenità giocosa di Feige e compagni).
Ma checché ne dica Sam Raimi stesso, il suo Spider-Man da riprendere in mano e di cui riscoprire il valore è forse soprattutto il 3. Perché proprio quelli che ai tempi ne parvero difetti incomprensibili e imperdonabili (infantilismo, ironia svilente, tono generale tra lo sketch SNL e lo special pomeridiano di Disney Channel – oltre ovviamente alle carrellate di balletti e canzoncine), si sarebbero rivelati nel tempo i tratti fondanti dei nuovi superhero movie contemporanei, e su cui l’MCU avrebbe costruito due dozzine di successi. Senza Spiderman 3 è impossibile anche solo immaginare i Guardians di Gunn: che sia un complimento o meno, è un altro discorso.