5 film da vedere su Netflix | Gennaio 2021 [LISTA]

Primo appuntamento annuale con i nostri consigli, 5 film da vedere su Netflix a Gennaio 2021. Occhio a due grandi prime visioni!

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Evil Peter in Spider-Man 3
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Bentornati alla nostra rubrica 5 film da vedere su Netflix!

In una awards season con pochi film e senza cinema, i grandi premi di sistema americani si preparano a celebrare per la prima volta, dopo anni di resistenze, il nuovo mondo streaming-centrico del cinema post-Covid; nel frattempo, è ancora Netflix la prima opzione per sopperire al periodo di vuoto, in vista di una riapertura delle sale generale mai così in bilico. Se in USA non ci si è in fondo mai fermati (pur con numeri irrisori), in Italia l’abbozzo di ripartenza estivo è stato stroncato dalle chiusure di ottobre; anche ammesso che a gennaio si consideri il via libera ai botteghini, il lavoro di riconquista del pubblico dovrà ricominciare da zero. Sarà un periodo lungo e infernale, e l’egemonia completa della visione casalinga proseguirà ancora diverse settimane.

L’offerta italiana di Netflix per il gennaio 2021 mette in secondo piano i grandi contender da Oscar degli scorsi mesi (quest’anno più che mai il colosso di Ted Sarandos si giocherà le sue carte, tra Sorkin, Fincher e il compianto Boseman), ripiegando su una notevole offerta di film più o meno recenti. Ampissimo spazio alla produzione locale dell’ultimo biennio, con l’Italia che entra prepotente nelle playlist con una serie di buoni successi stagionali; investimenti importanti su film importanti, con un filo ricorrente molto noir, e almeno una vistosa concessione al mondo dei supereroi.

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Ecco 5 film da vedere su Netflix a gennaio 2021

Il Traditore – Marco Bellocchio (2019)

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Il Traditore

Bellocchio da multisala: chi l’avrebbe detto. Alla faccia di ogni postmodernismo, il più arcigno e autoriale dei Grandi Vecchi italiani si è infine ritrovato a ottant’anni suonati alla guida di un gangster movie scorsesiano ad altissimo budget, peraltro raccogliendo premi e incassi notevoli.

L’intuizione di investire sul mega-progetto bellocchiano è però geniale per almeno due motivi: uno, perché la ferocia della mascolinità italiana insita nel quotidiano piccolo-borghese è sempre stato il grande tema del regista (e le storie di Mafia sono sempre, in fondo, storie di famiglie); due, per la dimensione esplicitamente psicanalitica data al tradimento di Buscetta, venata di un surrealismo tutto sommato affine alla poetica del regista. Stesso regista che, dopo aver passato mezzo secolo a difendere la purezza dell’autorialità dal veleno dei film commerciali e di genere, sembrava veramente non vedere l’ora di girarne uno. Anche se non lo ammetterà mai.

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