Kanye West. In realtà, per chi lo conosce, sarebbero sufficienti queste due parole per riassumerne la portata comica: uno dei migliori artisti musicali di sempre, ma anche uno degli individui più megalomani, schizofrenici e sregolati mai vissuti. Un perenne protagonista vivente.
Nel 2020, anno campale già di per sé, Kanye ha deciso di candidarsi come Presidente degli Stati Uniti. Una corsa tanto inaspettata quanto ridicola, contraddittoria ed anarchica fino alla fine. Tra messaggi religiosi, confuso sostegno ai Repubblicani e a Trump e promesse utopistiche, Yeezy ci ha creduto fino in fondo.
La campagna #KanyeForPresident ha preso tutto il meglio (ossia, il peggio) del personaggio, riassumendolo in comizi allucinanti e tweet incontrollati che non hanno fatto altro che portare ancor più fuori misura la straripante personalità del rapper. Il quale, tra l’altro, ha già annunciato che ci riproverà nel 2024.
4. Borat, seguito di film: “Very successful!”
Wawaweewa. Nel 2020 per ovvi motivi non sono usciti molti film e meno ancora hanno fatto la sensazione che ci si aspetta da una stagione cinematografica. Per fortuna, giusto in tempo per le elezioni americane, Sacha Baron Cohen ha demolito l’intera scena filmica con il suo Borat: Seguito di Film.
Sequel del primo film dedicato al giornalista kazako, uscito nel lontano 2006, questo nuovo lavoro si aggiorna ai problemi contemporanei e li tratta tutti: razzismo, sessismo e mentalità retrograda; negazionisti, no-mask, Trumpisti e populisti, sovranisti e demagoghi; e, naturalmente, il virus.
Con il suo classico approccio sarcastico ed iconoclasta, Borat Sagdiyev (affiancato dalla figlia Tutar) scorazza per l’America di Trump ad evidenziare contraddizioni, ipocrisie e debolezze della società occidentale tenuta in scacco dalla pandemia. Non manca, come al solito, di far ridere e riflettere.
3. Achille Lauro superstar
Da rapper/trapper a star vintage del rock classico, fino a popstar anni ’80/’90 e poi… chi lo sa. Lauro De Marinis, universalmente famoso con il nome molto familiare di Achille Lauro, è la star italiana per eccellenza della musica del 2020. Carisma insospettabile ma innegabile, modi volutamente ambigui e camaleonticità degna di un Renato Zero o di un David Bowie.
Già noto per la sua Rolls Royce, l’Achille nazionale è esploso come fenomeno con il famoso Festival di Sanremo 2020 (vedi sotto) e la canzone Me Ne Frego. Da lì, tra rimandi alla cultura e all’arte classica, blasfemia e continue provocazioni, è diventato “il” personaggio della nostra scena musicale.
Molti non lo capiscano, lo disprezzano, lo odiano. E fanno il suo gioco, parlando di lui in continuazione. Un male necessario, o un bene non necessario, lo si può vedere come si vuole. Fatto sta che, piaccia o non piaccia, in Italia senza di lui il 2020 non sarebbe mai stato lo stesso e nemmeno noi ora saremmo gli stessi.
2. Benjamin Aidoo e i becchini danzanti
Forse uno dei simboli del 2020 più controversamente azzeccati, questo video con i famosi becchini scatenati a tempo di EDM, in realtà impegnati in un rito di celebrazione funebre ghanese, sono diventati celeberrimi in pochissimo tempo. E lo stesso Benjamin Aidoo, il loro leader, avvertiva già in primavera: state a casa, o avrete a che fare con noi.
Quella che è presto diventata famosa come Coffin Dance ha preso piede come tormentone, ma anche come motivo esorcizzante per la realtà che, già in quei giorni, stavamo vivendo tutti. Un modo come un altro per affrontare quella paura suprema, improvvisamente così tangibile.
Diffuso nel marzo del 2020, il video spopolava con la canzone Astronomia di Vincetone feat. Tony Igy, del 2016 e ha reso famoso l’intero gruppo di ballerini funebri, diventati poi meme e personalità social attraverso immagini divertenti ma anche un po’ dank. Il 2020 è stato anche questo.
1. “Le brutte intenzioni, la maleducazione”
Come parlare di questa cosa? Se siete qui, sapete tutti di cosa si tratta. Facciamone un’elegia: quando i nipoti vi chiederanno “Com’è stato il 2020?”, voi direte: “Le brutte intenzioni la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, l’ingratitudine la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa…”
Il fatto che Sanremo 2020, con la punta di diamante della “Bughexit”, sia stato l’ultimo grande evento culturale dell’Italia pre-pandemia è innegabile e assume oggi un’importanza incalcolabile, degna di indagini e analisi storiche che, siamo sicuri, i posteri attueranno.
Bugo e Morgan, la loro discussione, anche solo le prime note della canzone Sincero, fanno ora parte del bagaglio culturale di ogni italiano. Se c’è una cosa del 2020 che ci porteremo dietro con orgoglio e forse anche con amore, è di sicuro questa. Perché rappresenta come eravamo, ma anche come siamo ora: il prima e il dopo. Di che cosa, lo si sa.