Christian De Sica ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in vista del suo settantesimo compleanno che arriverà il prossimo 5 gennaio. Per l’occasione ha parlato del rapporto con suo padre e della difficoltà di essere un figlio d’arte.
Il figlio dell’attore in Italia non è amato, all’inizio è stata durissima, tutti mi dicevano “che vo sto rompic***ioni”, ho dovuto fare una trafila dura e stupida – spiega De Sica. Ma nel mio genere sono diventato il numero uno. Papà diceva che in questo mestiere bisogna essere il numero uno, se sei il secondo o il terzo diventa un lavoro da mendicanti. Ti tocca bussare ai produttori, cercare scritture.
Andando avanti, l’attore del recente In Vacanza su Marte, ha spiegato del fortissimo impatto che suo padre Vittorio ha avuto su di lui e sul mondo del cinema in genere.
Sono nato nel giorno in cui papà in piazza Duomo girava la scena finale di Miracolo a Milano, i poveri che volano in cielo sulle scope. Era il 5 gennaio 1951. Papà non mi ha mai fatto sentire il peso di quello che era, guardavamo le partite in pantofole. Solo dopo la sua morte ho capito che lui e Rossellini avevano rivoluzionato il cinema con il Neorealismo.
De Sica ha rivelato anche quali saranno i suoi prossimi progetti, parlando della prossima commedia con Alessandro Siani che lo vedrà protagonista.
Ora sono sul set con Alessandro Siani con la favola per fine 2021 Chi ha incastrato Babbo Natale? e preparo la versione per Rai 1 del mio spettacolo Una serata tra amici, con un’orchestra sinfonica.
Cosa ne pensate di queste parole di Christian De Sica?
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