Il consueto appuntamento annuale, tiriamo le somme di questo strambo anno televisivo: ecco le migliori serie tv e miniserie del 2020 secondo la Scimmia
The Mandalorian (Prima e Seconda stagione) – Dove vederla: Disney Plus
A cura di Luca Varriale
L’imponente discesa in campo della Disney nell’arena televisiva che conta ci travolgerà prestissimo e i più attenti tra noi avranno già capito che sarà una valanga che investirà buona parte della concorrenza e che è destinata a cambiare le regole del gioco per sempre, soprattutto sul piano produttivo e commerciale.
In questo disastrato 2020 abbiamo avuto un assaggio di ciò che avverrà , un’ anticipazione che porta il nome di The Mandalorian, serie già degna di nota solo per aver messo d’accordo una delle fandom più tossiche del mondo cinematografico e televisivo: gli adepti di Star Wars.
Due stagioni in un anno che hanno completamente cambiato la percezione che hanno in tanti del prodotto di George Lucas nelle mani di Topolino. Con quali meriti? Facile a dirsi: una tecnologia di ripresa innovativa e più coinvolgente; un ibrido di generi felicemente miscelato; un personaggio instant classic come Baby Yoda e…John Favreau. Quest’ultimo rappresenta il vero asso nella manica del colosso americano, un visionario capace di dare (e ridare) vita a due dei franchise più redditizi di questo scorcio di XXI secolo. Scrivi The Mandalorian, leggi “siamo solo all’inizio”.
La trama di Hunters sarebbe facilmente riassumibile in una manciata di righe: un gruppo di sopravvissuti all’olocausto comincia a dare la caccia ai soldati SS che hanno trovato rifugio negli Stati Uniti.
Bastano queste righe per descrivere con precisione il contesto narrativo della serie che vede come protagonisti Al Pacinoe Logan Lerman. È dunque una serie su un gruppo di insospettabili anti-eroi che cercano un modo per ripagare la Storia con la stessa moneta che hanno dovuto provare sulla propria pelle. Un gruppo di reietti e borderline che fronteggia uno spettro contro cui è difficile combattere: quello del senso di colpa dei sopravvissuti. Sebbene la serie si perda molto nella seconda parte — con un finale alquanto discutibile — Hunters rimane una serie decisamente interessante, anche per la capacità di descrivere con fredda spietatezza i molti volti del male.
La forma della serie antologica dà quindi vita ad una trasposizione ispiratissima dei libri illustrati di Simon Stålenhag. Le sue visioni fantascientifiche trovano una perfetta controparte nelle intime meditazioni di Tales From The Loop, in cui ognuna delle puntate auto-conclusive si trasforma in un piccolo quadro, ritratto di una comunità sospesa nel tempo e nello spazio.
Racconti di quotidianità che gradualmente si trasformano in riflessioni sempre più complesse. Tales From The Loop si configura così come una visione in delicato equilibrio tra uno strambo steampunk e una grande fenomenologia dell’umano. Una variazione continua tra Terrence Malick e Roy Andersson, un ideale campo e controcampo perpetuo tra una Natura sovrana e materna, e la fragile interiorità dei protagonisti che la abitano e tentano di comprenderla.
Ennesima conferma della fibra autoriale che caratterizza le produzioni targate Amazon, Tales From The Loop è un esordio silenzioso. Una flebile voce fuori dal coro del panorama seriale contemporaneo, che non ha avuto di certo il riscontro che avrebbe meritato. Chi l’ha evitata pensando di incontrare l’ennesimo Black Mirror o Stranger Things, non ha goduto del piacere di essersi sbagliato.
The Great – Dove vederla: Amazon Prime Video/Starzplay
A cura di Erika Pomella
Caterina La Grande, emblematica figura della storia della monarchia russa, ha avuto nel 2020 un grande risalto.
Dapprima con la serie omonima, in cui la sovrana d’adozione russa era interpretata da Helen Mirren e poi, qualche mese dopo, con The Great, una serie satirica che racconta l’ascesa della dama dopo il suo matrimonio e dei suoi tentativi di uccidere i marito.
Interpretato da Elle Fanning e Nicholas Hoult, The Great era una miniserie su cui difficilmente si sarebbe puntato. Invece la scommessa di Hulu, che ha già ordinato una seconda stagione, si è dimostrata vincente.
The Great sembra fare lo stesso lavoro che aveva fatto Sofia Coppola con la sua Maria Antonietta, aggiungendo tuttavia una nota ancora più da comedy.
Upload – Dove vederla: Amazon Prime Video
A cura di Erika Pomella
Serie distopica che deve molto all’immaginario già visto sul piccolo schermo nell’episodio di Black MirrorSan Junipero, Upload è ambientato in un mondo futuro in cui la morte è stata sconfitta digitalmente.
In questo mondo, infatti, è possibile mettere in pausa il proprio trapasso e spostare la propria coscienza (o la propria anima?) su una piattaforma digitale. Naturalmente, in un’epoca fortemente capitalista, più soldi si possiedono e più possibilità ci sono di essere “caricato” in una struttura di lusso.
Upload segue le vicende di Nathan, interpretato da Robbie Amell, che muore in circostanze misteriose, a riprova che la tecnologia non è così incorruttibile come si potrebbe immaginare. Se da una parte Upload si concentra molto sul concetto di umanità e di cosa sia a renderci tale, dall’altro aggiunge un velo di giallo e mistero che aiuta a tenere viva l’attenzione dello spettatore. L’immaginazione che sta alla base del world building, pur non essendo del tutto originale, è senza dubbio accattivante.
Oltre a puntare su tre giovani promesse del cinema italiano, Matteo Rovere assembla un cast di tutto rispetto e, soprattutto, mostra ancora una volta di avere una marcia in più nel narrare le origini di Roma, grazie ad un compartimento tecnico e fotografico ben realizzato, imperniato sulle tonalità fredde, ma allo stesso tempo sobrio e privo di barocchismi nei suoi colori più accesi.