Iggy Pop pubblica un pezzo ironico ma ben consapevole a tema virus
No, non tutte le rockstar settantenni sono negazioniste o no-mask. Iggy Pop, come anche Paul McCartney, mostra di comprendere bene la pericolosità della situazione nella quale di troviamo ormai da quasi un anno. Lo testimonia la sua nuova canzone, dall’eloquente titolo Dirty Little Virus.
“[Il virus] è stato un segnale di stop [stopper] per me, è stato la grande cosa successa nella mia vita, nella vita di tutti quanti, credo, per quasi un anno ormai. Se ci fosse un uomo dell’anno, sarebbe il virus“. Impossibile dargli torto: il virus per antonomasia, ormai, è parte delle nostre vite (speriamo che cessi di esserlo presto, ovviamente).
Nella canzone, infatti, il cantante “personifica” il virus, incontrando una dimensione della percezione dello stesso che è reale per molti di noi. Più che l’elefante nella stanza, il virus nella stanza: quell’ospite indesiderato del quale non c’è modo di disfarsi. Niente di nuovo.
Anche se la canzone intende essere più un commento en passant sulla nostra era che un pezzo di protesta o una composizione attivamente impegnata, segnala comunque la volontà del cantante di prendere “una posizione” in un momento nel quale è importante farlo.
Diversi rocker della sua generazione, infatti (ma anche più giovani) seguitano a sposare idee negazioniste, premendo per l’eliminazione di ogni lockdown e dell’obbligo di indossare le mascherine, obbligo visto come limitazione alla libertà personale. Pop, pare, non la pensa così.