In vacanza su Marte (stasera alle 21.21 su Canale 5) è il nuovo film di Natale che vede Christian De Sica e Massimo Boldi tornare davanti la macchina da presa diretta da Neri Parenti, specialista in quel filone cinematografico ormai noto con il nome di Cinepanettone.
Disponibile dal 13 dicembre sulle varie piattaforme streaming, In Vacanza su Marte rappresenta la sconfitta del modo di dire squadra che vince non si cambia. La pellicola, infatti, è un’opera rimasta incastrata in cliché che non facevano più ridere quindici anni fa e che ora appaiono ancora più vuoti.
In vacanza su Marte, la trama
Fabio (Christian De Sica) accetta di andare in vacanza su Marte – ormai colonizzato e diventato una versione povera di Las Vegas – per avere la possibilità di sposare la compagna Bea (Lucia Mascino), pur essendo ancora legalmente unito alla prima moglie Elena (Paola Minaccioni).
Bea non sa del precedente matrimonio dell’uomo, né comprende fino in fondo che Fabio la voglia sposare solo per mettere le mani sull’eredità che la mamma di Bea (Milena Vukotic) ha promesso alla figlia in caso di nozze.
Allo stesso modo Fabio non sa che su Marte è arrivato suo figlio Giulio: il ragazzo infatti vuole ritrovare il padre perduto e nel frattempo aiutare la fidanzata Marina (Denise Tantucci, aspirante blogger di successo che mira a smascherare la falsità di due influencer (Fiammetta Cicogna e Francesco Bruni.
Giulio, però, a causa di un’incidente, finisce in un buco nero e ne riemerge con le sembianze di un uomo anziano (Massimo Boldi).
In vacanza su Marte, il trailer
Perché (non) guardare il nuovo film con Christian De Sica e Massimo Boldi – Recensione
Non c’è un modo gentile o diplomatico per dirlo: In vacanza su Marte è un film brutto. Una pellicola che , senza paura di sbagliare, è oggettivamente sbagliato da qualsiasi punto lo si voglia guardare.
Naturalmente, prima di tutto bisogna sottolineare l’ovvio. Sedendosi davanti uno schermo per vedere In Vacanza su Marte nessuno si aspettava di vedere un’intelligente critica all’italiano medio, né tantomeno un film impegnato. Nessuno si aspettava nemmeno interpretazioni di altissimo livello.
Il cinepanettone – e questo è un merito – non si è mai presentato al pubblico o alla critica con chissà quali velleità artistiche. Al contrario ha sempre sancito quale fosse l’obiettivo primario di ogni operazione cinematografica di questo tipo: far ridere.
Un’intenzione che al cinema non dovrebbe mai venir meno, perché dopotutto la settima arte nasce prima di tutto come strumento di intrattenimento, per poi configurarsi come una vera e propria nobile arte.
Ecco dunque il vero problema di In vacanza su Marte: non solo è mortalmente colpito da un intreccio costruito nulla cosmico, non solo lascia a desiderare quanto a recitazione. Il vero dramma è la sua totale incapacità di strappare un sorriso. Anzi, durante tutto il tempo della visione, nella nostra testa non ha non potuto farsi largo un’incontrollabile voglia di esasperare e gridare una frase abusata ma diventata ormai tristamente iconica: okay boomer.
Il film è rimasto bloccato in un passato che non interessa più a nessuno e poggia le sue fondamenta su tempi comici ormai ben oltre la data di scadenza raccomandata.
L’intuizione iniziale, sorprendentemente, poteva anche essere interessante. L’idea che Christian De Sica e Massimo Boldi interpretassero i ruoli di padre e figlio, tornando a giocare con le modifiche temporali dopo A Spasso Nel Tempo, come anche il fatto di voler trasportare il cinepanettone oltre i confini terrestri, quasi a voler sfiorare la parodia fantascientifica, ci avevano quasi allettato.
Il risultato, ahinoi, è però un teatro vuoto e quasi imbarazzante di battute volgari, situazioni escatologiche e l’immancabile evacuazione corporea, che sembra essere diventato marchio indelebile e rappresentazione massima dello stato in cui si trova attualmente il genere. Pur essendo ambientato nel futuro, su una colonia spaziale, In Vacanza su Marte è un film a tutti gli effetti stantio, vecchio: un fossile su pellicola.
Abbiamo davvero bisogno di vedere ancora Christian De Sica intrappolato nel ruolo di tombeur de femme, con doppi matrimoni e famiglie da nascondere? C’è davvero bisogno di sentire, nel 2020, battute su donne dai facili costume e su omosessuali che giocano sulla frase “buchi neri?”
In Vacanza Su Marte racchiude in sé tutti quei cliché che non solo erano già offensivi quindici anni fa, ma che soprattutto avevano già smesso di far ridere perché ancorati a una visione del mondo antica e fuori tempo massimo.
E se anche c’è chi vuole alzarsi contro il politicamente corretto di questi ultimi anni, asserendo che In Vacanza su Marte rappresenta una forma di ribellione all’inclusività a ogni costo, la realtà non cambia. Non c’è niente di rivoluzionario o futuristico in questo film. Peggio, non c’è niente che sia anche solo vagamente contemporaneo.
Persino la rappresentazione della coppia di influencer – che forse vorrebbe essere un rimando a Fedez e Chiara Ferragni – risulta talmente polverosa da far quasi intuire un vago odore di naftalina. La rappresentazione dell’oggi filtrata attraverso le lenti di ieri.
Per non parlare poi dell’atto di fede che si chiede allo spettatore non solo nel credere che Massimo Boldi possa passare effettivamente per il padre di Christian De Sica, ma nell’immaginarlo diciottenne sono l’aspetto di un uomo anziano.
La sceneggiatura è così poco curata, così colpevolmente ferma su modelli vecchissimi, che se da una parte il regista ci vuol convincere della giovane età di Boldi facendogli citare Calcutta e Tommaso Paradiso, allo stesso tempo lo dimostra incapace di usare uno smartphone (un diciottenne di oggi? Veramente?) e lo riduce a un essere piagnucoloso che racchiude in sé i capricci di un bambino di due anni e i problemi fisici di un uomo di quella età.
C’è davvero poco di salvabile in In Vacanza su Marte: quello che possiamo salvare è il vostro tempo e il vostro denaro. Trovate un modo migliore per impiegare entrambi.
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