Jingle Jangle, un film che avremmo preferito non recensire. Se l’idea di distribuire un film di Natale a più di un mese da Natale non vi urtasse abbastanza, sappiate che Netflix ha deciso di farlo con un progetto davvero insopportabile della durata di 2 (interminabili) ore.
Premessa: non prendete questa recensione sul serio (non ci siamo riusciti neanche noi) perché Jingle Jangle è talmente noioso e detestabile che persino distrarsi scorrendo sulla bacheca di Instagram fino alla catalessi sperando che il film finisca risulterà sicuramente più costruttivo. Abbiamo dovuto cercare su Google di cosa parli perché a fine visione, il nostro sistema nervoso centrale ha autonomamente deciso di rimuoverne istantaneamente ogni traccia.
Jingle Jangle: la Trama (?)
Dopo essere stato tradito dal suo assistente Gustafson, il brillante inventore Jeronicus Jangle perde ogni cosa, la sua magia, la famiglia e qualunque scopo nella vita. Decenni dopo, pieno di debito e ad passo dalla rovina, la sua nipotina Journey gli fa visita riportando la magia nella sua esistenza.
Jingle Jangle: il Cast
Forest Whitaker – Jeronicus Jangle
Madalen Mills – Journey
Ricky Martin – Don Juan Diego
Keegan‑Michael Key – Gustafson
Anika Noni Rose – Jessica
Jingle Jangle: la Recensione (?)
Questa sarà una recensione breve, perché ci teniamo al vostro benessere psicofisico. Da dove cominciare? È tutto sbagliato, persino per essere un film di Natale sicuramente concepito per famiglie con bambini al di sotto di 2 anni.
Partiamo dal regista, David E. Talbert sembra quasi un feticista del Natale, nella sua breve carriera ha diretto ben 3 film natalizi. Il che ci indurrebbe a porci più di una domanda, ma, temendo le risposte, preferiamo non esternarle.
Purtroppo, nonostante questa lunga “esperienza”, Jingle Jangle è un film proprio non riuscito, a partire dalla sceneggiatura quantomeno lacunosa. Nonostante il film voglia essere un inno al potere della creatività, i risultati raggiunti sono davvero mediocri e per nulla originali ma, anzi, si impongono come un manifesto alla banalità.
Sin dall’incipit, ovvero il solito clichè della nonna che legge una fiaba ai suoi nipoti, Jingle Jangle sembra affondare le sue radici in una lunghissima tradizione di racconti natalizi nella quale resta avviluppato, senza riuscire mai ad proporre qualcosa di vagamente nuovo.
Se anche volessimo ignorare il “tutto già visto, tutto già fatto”, non possiamo non notare la fragilità dell’intreccio. La storia è infatti incapace di suscitare interesse a causa di una quasi totale assenza di conflitti, per cui diventa assolutamente impossibile empatizzare con il racconto o con i personaggi.
Alfred Hitchcok diceva “Più riuscito è il cattivo, più riuscito sarà il film”
Ora, lungi da noi associare in qualsiasi modo il signor Hitchcok a questo mediocre film di Natale, anzi perdonaci maestro per averti tirato in causa. Ma che razza di cattivo è questo David E. Talbert?! Gustafon è il classico apprendista che, sentendosi trascurato, decide di rubare il lavoro del proprio mentore e vendicarsi, e fin qui ok.
Il problema è che, otre ad un evidente ed insuperabile problema di carismo-penia, la sua presenza all’interno del racconto risulta infine assolutamente marginale, tanto da relegarlo ad un’irrilevanza pressoché totale.
Il confronto all’interno di Jingle Jangle è talmente assente che persino i personaggi sono costretti a cercarlo da soli. [ATTENZIONE SPOILER] In una scena, la giovane nipote di Jeronicus Jangle, Journey decide di attirare l’attenzione delle guardie nella fabbrica di Gustafon per salvare l’invenzione del nonno. L’unico problema è che le guardie se ne stavano già andando e quindi non solo non ha avuto senso distrarle, ma poi che ci facevano lì delle guardie?
In linea generale Jingle Jangle è un film poco interessante, persino per un pubblico di bambini, perché tutti i personaggi sono dannatamente buoni e i conflitti, artificialmente costruiti, si auto-risolvono tutti come per magia.
Il film finisce per avere un’atmosfera eccessivamente stucchevole, un carico di melassa che metterà a dura prova anche lo stomaco dei più golosi A niente serve l’intervento di un gigante come Forest Whitaker (ma chi te l’ha fatto fare, Forest?).
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Dulcis in fundo: il musical. Pur volendo chiudere un occhio sulle canzoni e sulle coreografie, corredati da testi a dir poco banali, risulta difficile non lasciarsi andare fra le braccia di Morfeo durante il loro ascolto.
Le scene musicate, oltre ad essere terribili, sono filmate senza tener conto del ritmo, sia all’interno del singole sequenze che del film in nella sua totalità. I momenti di canto e ballo, sono calante totalmente a caso all’interno di Jingle Jangle:che anche Talbert sia un culture del salvifico F4?
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