I 10 migliori Film di Woody Allen da vedere assolutamente [LISTA]

Oggi Woody Allen festeggia 85 anni. La Scimmia porge i più sentiti omaggi raccontando quelli che sono (forse) i suoi 10 Migliori Film (più uno).

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Zelig, 1983

Zelig, Woody Allen

Zelig ha venduto la storia della sua vita a Hollywood per una grossa somma di denaro. Quando scoppia lo scandalo i produttori chiedono indietro i soldi. Zelig può restituirne solo la metà, il resto è già stato speso. Offesissimi, gli ridanno indietro solo metà della sua vita. Si tengono i momenti migliori e a lui rimangono solo le ore dei pasti e del sonno.

Prima di Hannah e le sue sorelle, nel 1983 la premiata coppia Woody Allen – Mia Farrow aveva già messo a segno un colpo micidiale con Zelig.

Il cognome del protagonista, Leonard Zelig, in lingua ebraica significa “benedetto”. Ma da che Zelig diventa un film di Woody Allen, la parola diventerà sinonimo di trasformismo, del talento istrionico di un attore che, come il camaleonte, sa mutare costantemente pelle e forma.

Il mutaforme di nome Zelig diventa così il protagonista di quello che oggi chiameremmo Mockumentary, ma allora di chiamava solo falso documentario. Un film girato con autentici equipaggiamenti degli anni ’20, per raccontare l’età dell’oro dell’America e di Hollywood.

Anche in psichiatria, l’eterno paziente Woody Allen ha saputo lasciare un segno indelebile. I più complessi disturbi di trasformismo identitario, infatti, dagli anni ’80 verranno classificati proprio sotto la dicitura “Sindrome di Zelig”.

Basta che funzioni (Whatever Works), 2009

basta che funzioni, woody allen

“Perché volete ascoltare la mia storia? Ci siamo già incontrati? Ci siamo simpatici? Sentite, ve lo dico subito, ok? Io non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me. E per essere chiari questo non è un film da “oh, quanto mi sento bene”. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, beh, fatevi fare un massaggio ai piedi.”

Nel 2009, dopo anni di esilio europeo, Woody Allen torna finalmente a New York, la sua città. Prima che le fiamme inestinguibili dello scandalo tornino a bruciare, torna a girare un film a casa: Basta che funzioni.

La sceneggiatura in effetti era stata scritta negli anni ’70. Quello che forse erano uno script troppo provocatorio, troppo caustico perfino per gli standard di Allen, conosce allora una seconda giovinezza.

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Già all’epoca Allen aveva scelto di fare un passo a lato, affidando la parte del protagonista a Zero Mostel, deceduto nel 1977. Il ruolo di Boris Yellnikoff passa così a Larry David, che non è certo un uomo a caso, ma il talento comico capace di cambiare per sempre, insieme a Jerry Seinfeld, la storia della sit-com americana.

Se le 9 stagioni di Seinfeld (1989-1998) hanno cambiato il volto della Situation Comedy, Basta che funzioni torna a sfidare ogni sorta di tabù, scegliendo come protagonisti un vecchio genio narcisista, fondamentalmente sociopatico, accompagnato da una giovane, sciocca e innamoratissima bifolca.

Il talento di Larry David e di Evan Rachel Wood diventa così il cuore di un nuovo, acido capolavoro, capace di riservare una sequela di battute folgoranti, ma anche parentesi d’infinita tenerezza. Se siete curiosi, il film vi aspetta sulla piattaforma Netflix.

Harry a pezzi (Deconstructing Harry), 1997

Harry a Pezzi, Woody Allen

“Sa io vado a puttane. Così non devo parlare di politica, di film, di Proust. Quindi siamofelici e clienti”.”

Prima di Basta che funzioni, lo scettro di film più caustico nella filmografia di Allen spettava forse ad Harry a pezzi.

Per quanto entrambi i film sfidino sistematicamente “il pubblico decoro”, l’America puritana, abbattendo sequenza dopo sequenza ogni tabù di moralisti e benpensanti, restano due opere essenzialmente differenti.

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Decostructing Harry è infatti la risposta cinematografica, intima e dolorosa di un Woody Allen che sta per lasciare New York e gli Stati Uniti, l’America puritana e gli Studios che iniziano a voltargli brutalmente le spalle.

Brutale, a modo suo, è anche l’umorismo di questa sceneggiatura. Fin dalla prima sequenza, infatti, molti fan di Allen resteranno spiazzati, assistendo a una scena di sesso improvvisamente più sordida, ma soprattutto più esplicita di qualunque film precedente.

Il nostro Harry, uno dei tanti alter-ego dello stesso Allen, ha commesso molti errori e non farà nulla per essere assolto. O meglio, farà l’unica cosa che gli sembra verosimile. Moltiplicare la propria identità, per trasformare la propria storia in un’iperbole, ed una irresistibile tragicommedia.