Sarò proprio con il villain della prima trilogia di Star Wars che David Prowse resterà impresso, in modo indelebile, nella storia del cinema. Il casting per il primo film si divideva tra U.S.A. e Inghilterra e George Lucas era alla ricerca di una figura possente per vestire i panni di Darth Vader. L’attore britannico era perfetto per il ruolo ma già dal primo film iniziarono i primi contrasti tra i due. David Prowse venne a sapere in seguito che la voce del personaggio sarebbe stata ridoppiata da da James Earl Jones.
Ennesimo conflitto tra David Prowse e George Lucas.
In realtà i rapporti tra David Prowse e George Lucas continuarono a essere delicati. Nel secondo episodio della trilogia, L’Impero Colpisce Ancora, il creatore della saga e il regista Irvin Kershner nascosero all’attore il colpo di scena in cui Vader dice a Luke di essere suo padre. Il copione di Prowse era quindi deliberatamente falso. Ancora una volta l’attore si sentì messo da parte visto soprattutto che Mark Hamill fu messo al corrente poco prima delle riprese.
Nelle battute di David Prowse figurava che fu proprio Obi-Wan Kenobi a uccidere il padre del giovane Luke. L’intensa scena fu quindi interpretata dall’attore per fare in modo che Luke passasse dalla sua parte e non credesse alle bugie dette da Ben Kenobi. Rivedere la stessa iconica scena cercando di immaginare le battute di Prowse può donare ancora più potenza all’idea geniale di Lucas, nata (sembrerebbe) per evitare eventuali fughe di notizie che avrebbero rovinato per sempre uno dei colpi di scena più belli del cinema.
Personaggio senza voce e senza volto.
Non solo Darth Vader fu doppiato da un altro attore, ma anche l’iconica scena in cui Luke toglie il casco del padre mise da parte il povero David Prowse. In gran segreto infatti, George Lucas iniziò le riprese che, per la prima e ultima volta da momento che Anakin Skywalker indossò la maschera, mostrarono il viso di Darth Vader. Anche in quell’occasione fu scelto un altro attore. A convincere Lucas fu l’interprete di Obi-Wan Kenobi, Alec Guinness, consigliando l’amico Sebastian Shaw che non se la stava passando troppo bene economicamente.