La prematura scomparsa di Chadwick Boseman ha sconvolto il mondo intero. Il giovane attore era ormai una stella splendente dell’olimpo hollywoodiano contemporaneo grazie al successo di Black Panther e la sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore dei fan e non solo.
Pochi sanno che Boseman ha conquistato l’affetto e il rispetto del mondo cinematografico soprattutto attraverso il suo impegno sociale e politico, a cui ha consacrato l’intera (seppur breve) carriera. La storia della lotta afroamericana è stata una costante della sua filmografia, con cui ha perpetuato, a proprio modo, la battaglia per i diritti civili del suo popolo.
La sua carriera, come potete leggere qui, è iniziata proprio grazie alla fratellanza tra la comunità nera. Indimenticabile l’impegno di Denzel Washington per far sì che il sogno di Chadwick di diventare attore potesse concretizzarsi nonostante la povertà e il razzismo “latente” nella società americana.
Vogliamo omaggiare questo splendido talento sfiorito troppo presto concentrandoci sulla profonda coscienza civile che lo contraddistingueva. Cinque film che delineano l’attore Boseman e che, di riflesso, ci restituiscono anche il meraviglioso uomo che era.
Prima di iniziare vi segnaliamo che il 18 dicembre sarà disponibile su Netflix l’ultima opera a cui Chadwick ha partecipato: Ma Rainey’s Black Bottom. Film che rinnova ulteriormente il suo impegno politico, civile e sociale. Non poteva esserci saluto migliore. Wakanda Forever!
42– La vera storia di una leggenda americana di Brian Helgeland(2013)
42 – La vera storia di una leggenda americana è un biopic lineare senza grandi pretese artistiche che può contare su un’ottima CGI e due grandi interpretazioni. La leggenda del titolo è Jackie Robinson, il primo afroamericano nella storia del baseball professionistico. Siamo nel 1945 e la lotta per i diritti civili si stava velocemente strutturando, ma era ancora lontana dal divenire l’onda che travolgerà gli Stati Uniti due decenni dopo. Durante questi primi passi, alcuni pionieri in diversi campi riuscirono ad emergere e farsi valere grazie anche all’aiuto di qualche bianco progressista.
I panni del progressista li veste Branch Rickley (Harrison Ford), un magnate del baseball con una colpa da espiare e un intuito formidabile per il gioco. L’uomo aveva ben capito la grande abilità atletica di alcuni giocatori neri e la profonda passione che la comunità afroamericana aveva per il baseball e fece in modo che entrasse stabilmente nelle fila del gioco americano per eccellenza.
Tutto partì con il tesseramento, appunto, di Jackie Robinson, un giocatore dilettante destinato ad entrare nella storia dello sport. I risultati portarono non solo allo sdoganamento di giocatori neri nelle leghe professionistiche e un duro colpo al razzismo bigotto, ma anche alla nascita di una stella ardente e indimenticabile, il cui numero, il 42, è l’unico ad essere stato ritirato da tutte le squadre di baseball e a cui tutt’oggi si rende omaggio attraverso il Jackie Robinson Day, unico giorno dell’anno (15 aprile) in cui il 42 torna sulle maglie dei giocatori della MLB.
Parliamo quindi di un biopic a vocazione pedagogica più che artistica, ove la storia conta più di tutto e il messaggio emerge su ogni velleità cinematografica. Nonostante tale impostazione, il film si rivela un’opera davvero piacevole e avvincente grazie alla pulita e credibile ricostruzione in computer grafica dei momenti e dei luoghi significativi della storia del baseball e alle due interpretazioni chiave di Harrison Ford e Chadwick Boseman. Quest’ultimo ci regala un uomo duro, talentuoso, orgoglioso e ostinato, incapace di abbassare la testa dinanzi alle ingiustizie. Un’interpretazione ispirata e composta che ci restituisce pienamente la complessità di un uomo, appunto, leggendario.