Sul finire degli anni ’90 la Pokèmon mania (qui i 10 mostri tascabili di Prima Generazione più belli secondo noi) era ormai dilagata in tutto il mondo, grazie, soprattutto alla prima storica serie animata che vedeva protagonisti Ash, Misty, Brock e Pikachu.
In quegli anni dunque si cercò di consolidare il marchio tentando di creare pressoché qualsiasi bene e servizio, brandizzandolo con Pokèmon.
Tuttavia, non tutti i progetti che vennero ideati a tal proposito ebbero fortuna. Uno dei più disastrosi di cui si ha memoria è sicuramente Pokèmon Live. Si tratta un musical che avrebbe dovuto girare per tutti maggior teatri d’America prima e del mondo. Tuttava dopo solo 21 serate, fu cancellato ed attaccato da una delle storie di damnatio memoriae più incredibili di sempre.
Ma andiamo con ordine.
L’idea del Musical
Siamo nel maggio del 2000. Nintendo of America, 4Kids Entertainment e Radio City Entertainment decidono di creare un musical con attori che avrebbero interpretato i volti noti della serie animata e props gigantesche che avrebbero portato in scena i Pokèmon più amati.
Lo scopo era quello di sfruttare la dilagante mani per i mostri tascabili che aveva invaso l’occidente, sfruttando i volti resi noti dalla serie animata e creare uno show che avrebbe attirato migliaia di bambini e genitori a teatro.
Per farlo si decise di ricorrere al meglio del meglio. La storia fu scritta daMichael Slade, autore candidato ai Writers Guild Award per Another World.
Insieme a lui nel progetto furono chiamati anche Luis Perez come regista e coreografo e, addirittura, Yvette Helin per la creazione di costumi e props. Si tratta della costumista che lavorò al musical della Disney Il Re Leone del 1997.
Alla rivista Game Informer l’autore raccontò la genesi di un progetto nato male e finito molto, molto peggio.
Lo scrittore ammette infatti che all’epoca conoscesse poco o nulla di Pokèmon e dunque mentì sulla sua conoscenza del brand e accettò il lavoro.
Le richieste di Nintendo erano tuttavia folli. L’azienda nipponica infatti gli aveva spedito la VHS del primo film della storia del brand, Mew contro Mewtwo concedendogli solamente 2 settimane di tempo per scrivere primi due atti.
Da lì a 4 mesi avrebbe dovuto infatti esserci la prima dello spettacolo e venne stanziato un budget di soli 4 milioni. Questa cifra sarebbe dovuta bastare per tutte e 21 le tappe del tour oltre che per la realizzazione di un filmato del dietro le quinte che non fu mai commercializzato.
Poco tempo, budget risicato e un autore che non sapeva bene ciò di cui stava scrivendo; è la ricetta di un disastro annunciato.
Tuttavia è la trama scritta da Michael Slade che decretò, probabilmente, la morte del progetto.
Come detto l’autore non aveva molta dimestichezza col brand e il tempo concessogli per studiare era davvero esiguo. In più la 4Kids gli impose di adattare ogni singolo brano inserito nella versione occidentale della serie animata Pokèmon, cosa che rese ancora più arduo il lavoro.
Slade dunque creò una storia talmente fuori dai canoni classici da condannarne la cancellazione.
La trama del Musical
A Pallet infatti un misterioso allenatore di Pokèmon ha messo in palio la Diamond Badge, nona e misteriosa medaglia.
Si scopre che questi non è altri che Giovanni, malefico capo del Team Rocket, nonché ex fiamma di Delia, la mamma di Ash, che ha in mente un piano diabolico.
L’uomo ha infatti creato un robot, Mecha Mew2, in grado di assorbire qualsiasi mossa gli venga effettuata contro, impararla e rispedirla al mittente al doppio della forza. Vuole dunque far sfidare alla sua creatura il maggior numero di Pokèmon possibili. In questo modo la creatura potrà apprendere ogni mossa e dominare il mondo dei mostri tascabili.
Dopo una storia delirante, fatta di dubbi intrecci amorosi tra Misty ed Ash da una parte e tra Brock e l’infermiera Joy, si arriva al finale nel quale il robot ha bisogno di apprendere mosse di tipo elettro.
Chi meglio di Pikachu di Ash? Il topo giallo tuttavia si rifiuta di obbedire agli ordini di Jesse e James che lo hanno rapito. Il Team Rocket necessita dunque del ragazzo per poter fare eseguire al Pokèmon le mosse desiderate.
La situazione viene sbrogliata infine dall’arrivo a sorpresa di Mewtwo (quello vero) che con i suoi poteri psichici mostra al robot la realtà delle sue malefatte e lo induce ad una Autodistruzione, appresa in precedenza da un Electrode.
Conclusioni
Nonostante il discreto successo ottenuto, di Pokèmon Live non resta nulla, ad eccezione di una ripresa amatoriale, caricata su YouTube da Chris Mitchell, set designer del musical.
Nintendo infatti decise di cancellare totalmente qualsiasi traccia dello show ed ancora oggi, se non fosse per questa testimonianza in pessima qualità visiva, del musical dedicato ai Pokèmon si sarebbero perse totalmente le tracce.
Da quanto ci spiega Slade nell’intervista con Game Informer i motivi sarebbero da ricercare in ambito economico. Infatti i biglietti venduti furono esigui e non riuscirono a giustificare l’investimento di 4 milioni fatto.
Tuttavia è anche possibile che una storia così tanto fuori dai canoni standard del brand non fu stata accettata da un franchise che si stava solidificando a livello mondiale. Quale fu la vera ragione della cancellazione, probabilmente non lo sapremo mai.