Un film è composto da migliaia di fotogrammi. Ogni secondo di pellicola ne è composto da 24. Jason Shulman, artista contemporaneo che vive a Londra, ha racchiuso tutta la durata di un film in un unico fotogramma.
Chi è Jason Shulman
Jason Shulman è un artista contemporaneo londinese. Prima di esporre i suoi lavori nelle gallerie inglesi, lavora come designer grafico presso il The Sunday Telegraph ed è l’art director di Harpers & Queen. Dopo due anni lascia gli incarichi e si dedica all’arte. Più precisamente alla scultura e alla fotografia. Espone in diverse gallerie di Londra, fino a presentare i suoi lavori presso la Biennale d’Arte Moderna di Mosca nel 2009.
Nel 2016, presso la Cob Gallery di Londra, presenta un suo lavoro che riscuote un notevole successo: Photographs of Films [Fotografie di film, n.d.r.]. L’opera consiste in 55 fotografie di altrettanti film. Jason Shulman ha attuato un processo molto particolare che gli ha permesso di contenere in un unico fotogramma tutte le immagini presente in un film. L’artista ha fatto delle fotografie a lunga esposizione, in cui lo scatto durava quanto il film.
Questa pratica di alterare il tempo di esposizione è la stessa che viene utilizzata quando in una fotografia vediamo i fari delle auto essere ritratte come delle scie luminose. Ciò che ha fatto Jason Shulman è stato posizionare la sua macchina fotografica davanti al computer e inquadrare il film.
Tutte le fotografie sono uniche e differenti tra loro. Secondo Jason Shulman, ogni fotografia racconta qualcosa di personale del regista e la sua peculiarità. Ad esempio, nel fotogramma che racconta La finestra sul cortile(1954) di Alfred Hitchcock si riesce ad intravedere il protagonista, poiché James Stewart viene inquadrato molte volte e spesso nella stessa posizione. Nei fotogrammi dedicati ai film di Stanley Kubrick, Il dottor Stranamore (1964), 2001: Odissea nello spazio (1968) o The Shining (1980); emerge la simmetria molto cara al regista.
Jason Shulman ha fotografato diversi film, ma non sempre il risultato lo ha soddisfatto. «Ho fotografato Avatar per esempio. Ho fotografato tutti i film di James Cameron». Il risultato, a detta dell’artista, era un colore pantone blu. Uno di quei colori uniformi e piatti che trovi nei cataloghi quando si sceglie la tinta per le tende o per le pareti. «Questo perché [il regista] taglia molto velocemente, la telecamera è sempre in movimento. Quindi tutto dipende dallo stile del regista».
Photographs of Films (2016)
Film condensati in un unico fotogramma: strabilianti opere d’arte