Michael J. Fox ha da poco pubblicato il suo ultimo libro, No Time Like the Future, nel quale parla di molti aspetti della sua vita tra i quali, ovviamente, il morbo di Parkinson che lo ha costretto al ritiro dalle scene (qui i dettagli).
Parlando con The Irish Times l’attore icona di Ritorno al Futuro (qui 15 curiosità a tema), ha ricordato di quando, qualche anno fa fu operato per rimuovere un tumore benigno dal midollo spinale a seguito del quale dovette praticamente imparare a camminare di nuovo.
Mentre la riabilitazione proseguiva, cadde rovinosamente in cucina, fratturandosi il braccio in maniera talmente tanto scomposta da richiedere l’impianto di 19 chiudi e di una placca.
L’attore ah dunque parlato di quel lungo periodo nel quale è stato costretto sulla sedia a rotelle.
Può essere un’esperienza frustrante e isolante, permettere a qualcun altro di determinare la direzione in cui sto andando e la velocità con cui posso viaggiare. Chi spinge è al comando – spiega Fox. Dal punto di vista dell’occupante della sedia, è un mondo fatto di sederi e gomiti. Nessuno può sentirmi. Per compensare, alzo la voce e improvvisamente mi sento come Joan Crawford in Che fine ha fatto Baby Jane ? mentre sbraita ordini.
Generalmente la persona che controlla è uno sconosciuto, un dipendente dell’aeroporto o dell’hotel. Sono sicuro che se potessimo guardarci negli occhi, riconosceremmo la nostra reciproca umanità. Ma spesso nella sedia a rotelle sei un bagaglio. Nessuno si aspetta che tu dica qualcosa, solo che stia seduto e fermo. Nessuno ascolta un bagaglio
Cosa ne pensate di queste parole di Michael J. Fox?
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