I 16 migliori film di Arti Marziali, le opere imprescindibili [LISTA]

16 film fondamentali per capire appieno la fortuna delle arti marziali al cinema

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I Migliori film di Arti Marziali

Police Story – Jackie Chan (1984)

film arti marziali
film arti marziali: Police Story

Drunken Master aveva gettato i semi per la parodia del wuxia, ma è con Police Story che il Jackie Chan moderno si inquadra nelle sue caratteristiche storiche, e l’action comedy scopre un modello che proseguirà nel replicare per tre decenni: plot poliziesco, integrazione delle coreografie negli ambienti urbani, senso giocoso per la catastrofe e la distruzione degli stessi. Già piccolo idolo per appassionati, dopo Police Story (da lui scritto diretto e interpretato, da vero auteur) la cavalletta impazzita Chan diventerà quello che è oggi: la più grande star del genere dopo Bruce Lee.

Senza Esclusione di Colpi – Newt Arnold (1988)

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film arti marziali: Senza Esclusione di Colpi

Per un fugace periodo persino l’America sembrò comprendere il senso delle arti marziali al cinema, e iniziò a muoversi di conseguenza. L’assurdità del modello asiatico (gangster e signori della guerra che risolvono i proprio sporchi affari facendo a cazzotti) spinse però gli scrittori USA a distanziarsi da ogni pretesa realistica, collocando i propri prodotti in un nuovo ecosistema chiuso: quello del Torneo. Un filone che riparte da Karate Kid e si fa oro in Senza Esclusione di Colpi e Kickboxer; successi lampo, mai più replicati, ma più che sufficienti a imporre il mito generazionale di Jean-Claude Van Damme. E’ lui il padre spirituale di tutti i Michael Jay White, Scott Adkins, Marko Zaror – sottostimati eroi capaci nel nuovo millennio di liberare finalmente il genere dall’esclusività orientale.

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Once Upon a Time in China – Tsui Hark (1991)

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Once Upon a Time in China

E’ Tsui Hark a riportare tutto a casa dopo un decennio di variazioni, parodie, ripoff stranieri. Con Once Upon a Time in China si riparte dal classico, dal Mito, la Cina, il wuxia; stavolta entra però di prepotenza la Storia, il dramma, in un processo di adultizzazione della fiaba che passando da Wong Kar-Wai culminerà nel decennio successivo con le più eleganti e artefatte opere di Lee e Yimou. La base per tutto ciò la getta Hark nel 1991, innestando nel classico schema l’epicità drammatica dell’heroic bloodshed, e lanciando uno degli ultimi wonder boy; quel Jet Li eletto a furor di popolo nuova speranza dell’industria, subito in partenza per Hollywood e qui benedetto da Jimmy Wang in persona in un cameo.

La Tigre e il Dragone – Ang Lee (2000)

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La Tigre e il Dragone

Matrix e Blade, Ang Lee e Zhang Yimou: lo sdoganamento USA delle arti marziali arriva al cambio di millennio quasi per caso, a metà tra la scoperta e il compromesso. I film che improvvisamente incassano centinaia di milioni e fanno innamorare i critici occidentali hanno in effetti ben poco da spartire con i rozzi capolavori da palestra dei decenni passati; sono patinati, plastici, melodrammatici e sostanzialmente molto poco marziali. La Tigre e il Dragone è il titolo forse più clamoroso del mazzo, film che da solo aprì il vaso di pandora del mercato cinese all’alba del millennio. Ma più che di Lee la vera mano è un altra: quella del redivivo Yuen Wo Ping, ora coreografo di stanza a Hollywood, burattinaio ultimo di quello specifico look fanta-acrobatico che caratterizzerà l’intera produzione action americana del periodo.

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