I 16 migliori film di Arti Marziali, le opere imprescindibili [LISTA]

16 film fondamentali per capire appieno la fortuna delle arti marziali al cinema

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I Migliori film di Arti Marziali

36esima Camera dello Shaolin – Chia-Liang Liu (1978)

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film arti marziali: 36esima Camera dello Shaolin

I ’70 sono il decennio degli Shaw Brothers. Se il successo commerciale di Bruce Lee resterà una chimera per i film dello studio, il brand costruirà comunque la sua fama mondiale con pazienza, sfruttando la larghissima distribuzione televisiva extra-cinese prima e l’ondata vhs dopo. 36esima Camera dello Shaolin è uno di quei 3-4 titoli imprescindibili; mitopoietico e citatissimo nella struttura (i crudeli insegnamenti di Sao Te al suo martoriato allievo, una prova e una chamber alla volta), come nei volti: è ancora Lo Lieh, ma soprattutto un giovanissimo e già debordante Gordon Liu a sobbarcarsi le improbabili sfide del suo maestro.

Le Furie Umane del Kung-Fu aka Five Deadly Venoms – Cheng Cheh (1978)

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film arti marziali:  Five Deadly Venoms

Per il più circoscritto 36esima Camera, sport-movie storico dai toni appena più sopra le righe del solito, si approda al delirio totale, forse con già più di un piede nell’autoparodia, con l’altrettanto classico Five Deadly Venoms. Il film è il classico Shaw a firma Cheng Cheh, ma i toni sono sempre cartooneschi e bizzarramente occidentali; non a caso sarà il trionfo dello studio in America, dove resta forse il titolo più amato del genere (e citato in un trilione di produzioni hollywodiane successive).

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Drunken Master – Yuen Wo Ping (1978)

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film arti marziali:  Drunken Master

Leggenda vuole che Jackie Chan abbia perfezionato il suo stile atletico-cinematografico a seguito della ripetuta visione dei classici di Bud Spencer e Terence Hill. Forse più un mito che altro, ma effettivamente lo strappo imposto da Drunken Master ai contemporanei appare oggi come l’impatto di un meteorite, un oggetto alieno in grado di ribaltare l’ecosistema del genere intero. Il minuscolo film è però un reperto storico per almeno altri due motivi: l’aver definitivamente scoperchiato l’elemento comedy insito nel seriosissimo filone (aprendo la strada a tanti eroi, da Sammo Hang a Yuen Biao), e per il lancio da regista di Yuen Wo Ping, forse il più influente e riconoscibile coreografo della storia del cinema, i cui frutti saranno finalmente raccolti da Hollywood due decenni più tardi.

L’invincibile Ninja – Menahem Golan (1981)

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film arti marziali:  L’Invincibile Ninja

L’assenza del Giappone in classifica è grave, ma da considerarsi in un ottica precisa: pur avendo regalato atleti e star di primissimo piano (un nome su tutti, Sonny Chiba), sono pochi o nulli i lavori veramente imprescindibili provenienti dalla cinica e inarrestabile industria nipponica del cinema basso. L’ossessione per il Giappone, capace per un periodo di oscurare anche la mitica Cina dello Shaolin, arriva in Occidente nella maniera più impensata: con questo improbabile classico Cannon, diretto da Menahem Golan in persona e responsabile pressoché unico della ninja-mania dilagante nei già nippofili anni ’80. Non esattamente un capolavoro, ma un piccolo classico generazionale, trainato dall’idolo mascherato Sho Kusugi.

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