Tratto dal romanzo del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton e ideato da Jonathan Nolan – fratello del più famoso Christopher – Westworld è ormai diventato un cult del genere distopico.
Ambientato negli anni ’50 del XXI secolo, la serie si snoda tra le strade di Westworld, una sorta di luna-park a tema vecchio West in cui clienti pieni di soldi possono dare sfogo alle loro fantasie più perverse.
Quasi strizzando l’occhio alle leggi della robotica di Asimov, gli “androidi” che vivono all’interno di Westworld non possono ribellarsi, perché sono stati creati con l’ordine tassativo di non poter fare del male agli esseri umani.
Creati dal dottor Ford (Anthony Hopkins), questi androidi chiamati Host cercheranno un modo per ribellarsi allo status quo delle loro “quasi” esistenze.
See
Meno conosciuto, nel panorama delle serie televisive distopiche, è See, prodotto seriale realizzato per Apple Tv e che vede come protagonista il divo Jason Momoa.
La storia racconta di un mondo distopico popolato dai sopravvissuti di una terribile pandemia che ha ucciso la maggior parte dell’umanità.
A restare in vita è stata solo una piccola porzione, circa due milioni di persone in tutto il mondo. Ma il virus che ha colpito il mondo ha avuto anche un’altra conseguenza: ha lasciato tutti ciechi, anche a livello genetico.
La Terra, dunque, è diventata una sorta di deserto dove vivono solo non-vedenti che tramandano questa caratteristica alle discendenze future.
L’umanità è così tornata alla loro dimensione primitiva, in cui la superstizione la fa da padrone.
Tuttavia, dopo 500 anni dal’esplosione della pandemia un capo tribù (Jason Momoa) decide di aiutare una donna incinta, senza sapere che la donna porta in grembo i figli dell’unico umano che era in grado di vedere e che era andato incontro alla rabbia dei cacciatori di streghe.