Damon Albarn parla dell’immensa eredità dei Joy Division
Sono passati quarant’anni dalla morte di Ian Curtis, ma la sua eredità e quella dei Joy Division continuano a colpire ed affascinare a distanza di decadi. La musica del gruppo di Manchester ha segnato tutto il genere post-punk e tutto il rock alternativo, estendendo la propria influenza fino agli Interpol, ai Fontaines D.C. e oltre.
Proprio di loro parla Damon Albarn, figura fondamentale della musica moderna, leader di Blur e Gorillaz. Lo fa nel podcast Transmissions: The Definitive Story, dedicato appunto a Joy Division e New Order. “Si tratta sia della somma delle parti sia dell’atmosfera che [i Joy Division]creano. Non dovrebbe funzionare, ma funziona”.
“Non c’è niente così [oggi], nessun’altro suona come i Joy Division. Hanno creato il proprio suono e penso che questo possa essere vero per ogni band. Questo è ciò che c’è di speciale riguardo alle band” prosegue Albarn, riferito allo stile caratteristico e inimitabile della band.
“Il fatto è che cercavano di suonare quei dischi dal vivo insieme. Questo è il motivo per cui ogni tanto sembra che il ritmo non sia del tutto giusto [the beat is not quite there] e tutti si sforzino di suonare bene, perché non è facile suonare così. Ma sopra a tutto, puoi sentire la pazzia di Ian [Curtis]“.
“Quindi le sue parole e il suo messaggio sono tanto fratturati quanto il modo in cui loro cercano di stare al passo con quel ritmo e con quel suono. E la sua mente si muove così. Questo è quello che tutta la buona musica dovrebbe aspirare ad essere. Ricordate come si chiamano: registrazioni. Sono registrazioni di momenti nel tempo“.
Ian Curtis si è tolto la vita nel 1980, impiccandosi, e gli altri tre Joy Division, Bernard Sumner, Peter Hook e Stephen Morris, hanno proseguito trasformandosi nei New Order. Tuttavia, l’immensa eredità dei loro due album, Unknown Pleasures (1979) e Closer (1980) sopravvive ancora oggi ed è guardata con rispetto da tantissimi musicisti.