Nier: Automata ha uno dei comparti artistici migliori mai visti, un gameplay solido e vario oltre a una narrativa completamente unica e originale. Gameplay e sceneggiatura sono legate a doppio filo in modo iconico, non potrebbe esistere l’uno senza l’altro senza rovinare l’esperienza di gioco. Un equilibrio perfetto, un mix perfettamente bilanciato che lascia al giocatore un’esperienza divertente, impegnativa e tremendamente emozionante.
Senza mezzi termini, Persona 5 è tra i migliori Jrpg mai creati. Atlus è riuscita a migliorare ogni aspetto dei precedenti giochi mettendo insieme un gameplay convincente e una delle migliori storie mai viste nel genere. La trama risulta articolata e ottimamente stratificata tramite personaggi caratterizzati in maniera maniacale. Per quanto il giocatore venga catapultato in un mondo fittizio, tutto risulta estremamente reale.
Le, all’incirca, 100 ore di gioco vengono perfettamente distribuite tra sezioni di lotta, interazioni sociali e dialoghi curatissimi. Le tematiche sono mature e offrono più di uno spunto di riflessione, sia sulla società giapponese che sui rapporti interpersonali. Anche in questo caso, seppur con texture non sempre all’altezza della generazione, la componente artistica è tra i fiori all’occhiello sia del genere che del medium in generale.
7 – The Witcher 3: Wild Hunt
Da questo punto della classifica ogni titolo potrebbe contendere a gioco della generazione senza alcun problema. Abbiamo cercato di premiare alcune scelte degli sviluppatori e la qualità generale dei titoli. Tra i pesi massimi The Witcher 3 è sicuramente tra i giochi più influenti in assoluto, ma anche quello con “difetti” più evidenti. La narrativa utilizzata dal gioco e le side quest hanno fatto, e faranno, scuola.
Le avventure di Geralt di Rivia vengono narrate in modo semplicemente perfetto attraverso un mondo finemente curato. The Witcher 3 è stato il primo gioco a mostrare i muscoli e, allo stesso tempo, i limiti di questa generazione di console. C’è infatti un prima e un dopo questo gioco sia per quanto riguarda la resa visiva sia per come interpretare un open world. L’opera dei CD Projekt Red non è però esente da criticità . A parte qualche magagna tecnica come bug e cali di frame rate (il più delle volte risolti tramite patch), il più grande problema di The Witcher 3 risulta il gameplay.
Parliamoci chiaro, non siamo di fronte a un disastro, ma non è neanche un capolavoro. Seppur siano stati fatti alcuni passi avanti rispetto ai predecessori, il gameplay risulta decisamente legnoso e spesso ci si trova a dover ripetere lo stesso pattern di attacco per risolvere diversi combattimenti. In attesa del nuovo Cyberpunk 2077, questo titolo è il fiore all’occhiello di una società che si è ritagliata un posto nell’Olimpo nel gaming.