Utopia non è un titolo che deve suonare originale alle orecchie dei grandi appassionati di serie TV.
Già nel 2013, infatti, sulla TV britannica uscì una serie dallo stesso titolo, creata da Dennis Kelly che divenne un vero e proprio cult tra gli appassionati, che ancora oggi si lamentano per la chiusura repentina dello show.
C’era una volta Distopia, una graphic novel che aveva incontrato il favore di una nicchia di pubblico che tra le pagine e la storia narrata aveva individuato anche la “premonizione” di alcuni disastri che avrebbero colpito la terra.
Ora che dal nulla è arrivato il seguito, Utopia, un gruppo di nerd e appassionati cerca di accaparrarsi la copia del fumetto: non solo per l’alto valore che ha, ma perché in esso potrebbero essere nascosti segnali e indizi per le sfide future che l’umanità potrebbe dover affrontare.
Ma questo sgangherato gruppo di nerd non è l’unico sulle tracce di Utopia: vi è anche una pericolosa organizzazione che vuole mettere le mani sul fatto. E, infine, c’è Jessica Hyde, protagonista della storia ma anche personaggio aggiunto che si unirà agli eroi per cercare di salvare il mondo.
Questo perché la reazione alla visione della serie di Amazon Prime Video cambia, se si è vista o meno la versione originale inglese.
Nel primo scenario, siete tra quelli che hanno visto la serie del 2013. In questo caso questa nuova Utopia non vi dirà molto, non aggiungerà quasi niente a quello che già avete visto e presumibilmente amato.
La serie è fatta bene, nulla da eccepire. Quanto a ritmo e resa tecnica, questa nuova Utopia funziona. Il problema è alla base della narrazione.
Non è stato fatto pressoché nulla per distanziarsi almeno un po’ dalla serie originale. La trama segue quasi pedissequamente quella del 2013 e il lavoro di copia-incolla è stato fatto anche sui personaggi.
Dove è stato possibile, infatti, si è scelto di creare un universo diegetico che fosse quanto più simile possibile a quello del 2013: persino per quanto riguarda i lineamenti dei protagonisti.
Si ha come l’impressione che la produzione abbia voluto usare la copia carbone per non correre rischi, al punto da rendere tutto un’ombra di quello che è stato mostrato nel 2013.
Questo non vuol dire che la serie non funzioni o che sia brutta: ma è così piena di già visto che alla fine non riesce ad entusiasmare come dovrebbe. È semplice intrattenimento, qualcosa che può essere messo e lasciato lì in sottofondo.
Se non avete visto la serie originale…
Cambiando scenario e immaginando dunque uno spettatore che non abbia idea di cosa sia Utopia, il giudizio cambia quasi radicalmente.
Chi non conosce la storia di Utopia rimarrà folgorato dalla follia messa in scena, dalla violenza che prende per mano il mondo dei nerd.
Si troverà davanti una sorta di action-thriller basato sulle cospirazioni che getta sangue davanti la macchina da presa e, come nella miglior tradizione, pone al centro un gruppo di antieroi che si scoprono capaci di combattere per la salvaguardia del mondo.
E di fatto i personaggi, in Utopia, pur con le loro storie e le loro debolezze, non sono altro che burattini, elementi necessari per la costruzione diegetica di un mondo folle, assetato di sangue e del tutto irresistibile.
Come si diceva qualche riga più su, il ritmo della narrazione è davvero eccellente, il che spingerà a fare binge-watching selvaggio, perché la curiosità avrà la meglio persino sulla vita reale.
L’attualità di Utopia
La trama di Utopia si apre, già nel primo episodio, con la ricerca di un virus che rischia di far cadere il mondo in uno stato di terrore.
È quasi superfluo sottolineare come una scelta di questo genere riesca a raccontare, pur involontariamente, il periodo che tutto il mondo sta vivendo, con la pandemia che ha cambiato il nostro modo di vivere, rapportarci e lavorare.
Tuttavia questa attualità in Utopia viene percepita come un difetto, un qualcosa che stona. Qualcosa che infastidisce sin dall’inizio, quando sullo schermo appare un cartello che spiega che la trama non ha niente a che vedere con la situazione attuale.
Pur comprendendo la necessità di non ferire persone che sono state colpite durante questa terribile pandemia, la sensazione è che Utopia abbia voluto fare un passo indietro.
Ha lasciato cadere la funzione, storica, del fantastico di raccontare il reale: ha preferito nascondersi dietro un mondo distopico senza però usare la distopia per raccontare al pubblico se stesso e le sue paure.
In questo senso Utopia appare un po’ troppo “ruffiano”, soprattutto se si tiene conto della storia che racconta. Questo, comunque, non incide affatto sulla visione della serie.
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