Un brutto spavento per Sacha Baron Cohen e per il suo alter-ego, Borat
Borat: Seguito di Film continua a far parlare di sé, con aneddoti e dietro le quinte che emergono giorno dopo giorno sulle comprensibili difficoltà incontrate da Sacha Baron Cohen nel girare un film tanto provocatorio. Borat si caccia in molte situazioni difficili e spesso se la cava per un pelo.
Accade per esempio al convegno di negazionisti di estrema destra, dove Borat, travestito da “redneck”, sale sul palco e inizia a coinvolgere la folla in orribili cori razzisti. Quando lo si scopre, fa appena in tempo a scappare, come lo stesso Baron Cohen ha raccontato poi.
In un’altra circostanza, sempre durante le riprese del film, Borat se l’è vista brutta: e cioè quando, travestito da Donald Trump, cerca di donare “in sposa” la figlia Tutar a Mike Pence, appunto vice di Trump. In quella occasione, nella storia, irrompe ad un comizio di Pence travestito come il presidente.
Com’è prevedibile, per entrare Borat deve superare, già travestito, diversi controlli di sicurezza. Dopo averne passato uno, racconta Baron Cohen ad Ellen DeGeneres, al secondo viene fermato e un controllo fa bippare un dispositivo all’altezza del petto dell’attore.
“Ero terrorizzato, ovviamente, nel momento in cui hanno toccato il mio corpo”, spiega Baron Cohen “Era un costume da grassone, quindi ovviamente non mi avrebbero fatto entrare. Mi hanno detto: ‘Perché sta bippando?’ Ho detto che era un pacemaker“. Ma non è finita.
“Di nuovo, all’altezza del mio stomaco, si è sentito un bip” racconta ancora l’attore “E [la guardia] mi ha chiesto: ‘Bè? E questo cos’è?’ E non sapevo che cosa raccontare, ma lui ha detto: ‘Ah aspetta, è il filo per il pacemaker, giusto?’ Ed io: ‘Sì, sì, giusto’. E mi hanno fatto passare.