L’autore di 007 non era soddisfatto di Sean Connery nel ruolo dell’agente segreto
Oggi siamo tutti a abituati a pensare a Sean Connery come a James Bond 007: la sua viene ancora considerata l’interpretazione per eccellenza del personaggio. Tutti i Bond successivi, da Roger Moore a Pierce Brosnan e fino a Daniel Craig, si sono in qualche modo dovuti misurare con l’impronta di Connery.
Eppure, all’epoca dei primi film della saga, iniziati nel 1962, l’autore dei romanzi Ian Fleming si era detto non troppo soddisfatto della scelta dell’attore scozzese come protagonista. In realtà lo scrittore, che aveva pubblicato il primo romanzo di 007 nel 1953, avrebbe voluto un altro attore: David Niven.
Costui era un attore molto noto in Gran Bretagna all’epoca ed attivo fin dagli anni ’30. Aveva recitato in film come Cime Tempestose di William Wyler (1939), Scala al Paradiso di Powell e Pressburger (1946) e I Cannoni di Navarone (1961). Nel 1963 sarebbe apparso anche come “il fantasma” ne La Pantera Rosa di Blake Edwards.
Era questo l’attore che Fleming avrebbe voluto come interprete del suo Bond. E sarebbe in effetti avvenuto in seguito, per lo spazio di un solo film: Casino Royale, del 1967. Niven era stato effettivamente considerato già all’inizio, ma aveva rifiutato la parte perché ritenutosi troppo vecchio per essere una “spia carismatica”.
Sul poco gradimento che Fleming aveva mostrato nei confronti di Connery come 007, quest’ultimo è intervenuto anni dopo, dicendo: “Non mi hanno presentato Fleming finché non eravamo avanti con la realizzazione del film, ma so che non era contento che avessero scelto me“.
“Mi ha chiamato, o ha detto a qualcuno, che ero uno stuntman ipersviluppato“. Come a dire: un attore buono solo per l’azione. In seguito, ovviamente, Fleming si è ricreduto e i due sono pure diventati amici. Anche se, ha detto Connery: “La sua compagnia è stata molto buona per me, per un certo tempo. Ma era un vero snob“.
Fonte: Looper
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