Giulio Macaione, l’intervista all’autore di F***ing Sakura

Grazie a Panini Comics, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Giulio Macaione, l'autore di F***ing Sakura

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La dipendenza dai social

Un’altra riflessione che Giulio Macaione ha voluto inserire nella sua meravigliosa opera è quella sull’utilizzo sui social.

Quella schiavitù dai social media e dalla condivisione è sicuramente una riflessione che volevo suggerire.

Nel senso che ormai quando si viaggia siamo più concentrati a condividere la foto giusta, la story giusta su Instagram piuttosto che goderci il momento e apprezzarlo veramente.

Giulio Macaione e il futuro del fumetto

La nostra intervista si è conclusa con una riflessione di Giulio Macaione sulla vita del fumetto in Italia, sul suo futuro e sull’avvento del digitale.

Giulio Macaione
F***ing Sakura di Giulio Macaione, copyright Panini Comics

Il fumetto sta vivendo un buon periodo, se non altro a livello mediatico, a livello di riscatto sociale. Per tanti anni siamo stati abituati a vederlo come un’arte minore, come qualcosa da ragazzini o comunque da sfigati. Io sono cresciuto negli anni ’90, andando a cercare i fumetti in edicola che erano sempre all’angolo, nascosti vicino ai giornaletti porno. Soprattutto i fumetti giapponesi, a maggior ragione. C’era questo stereotipo fortissimo, questo pregiudizio fortissimo sui fumetti giapponesi che erano considerati tutti pornografici, non capendo che i fumetti giapponesi esistono di qualsiasi genere. Oggi come oggi questa barriera del pregiudizio si è un po’ rotta e credo che il merito sia del romanzo a fumetti, come formato editoriale. Perché ha portato il fumetto nelle librerie e questo ha fatto percepire il media con una maggiore autorevolezza. Anche se poi non voglio neanche fare particolari distinzioni tra fumetti impegnati e fumetti non impegnati. Cioè a me non interessa raccontare di storie impegnate. A me interessa raccontare storie che mi riguardino, riflessioni che faccio io… poi sta al fruitore percepire la storia come uno svago o come qualcosa di un po’ più profondo e consistente. Per altro il cinema oggi sta attingendo a piene mani dal fumetto, è un media che dialoga con tanti altri, quindi io sono assolutamente ottimista sul fatto che la diffusione del fumetto continuerà a crescere, sicuramente siamo un paese che legge molto poco. Basti pensare che uno dei quotidiani principali da noi in Italia vende quanto i manga in Giappone. È un paragone assurdo. C’è da educare la gente alla lettura. Non sono assolutamente spaventato dal digitale perché credo che ci sia un forte attaccamento alla carta e al libro come oggetto, quindi non reputo il digitale un pericolo. Anzi, lo reputo un modo per fruire dei libri anche in maniera diversa e per scoprirli anche in maniera diversa. Ma sono convinti che la maggior parte delle persone, soprattutto quando si tratta di fumetto, sia ancora molto legato all’oggetto cartaceo quindi non vedo un cambiamento così radicale.

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