F***ing Sakura 2, recensione del volume conclusivo di Giulio Macaione
Arriva nelle fumetterie il volume conclusivo di F***ing Sakura di Giulio Macaione in cui i protagonisti affrontano il viaggio più difficile: quello all'interno di sé stessi
Non molto tempo fa vi avevamo parlato del primo volume di F***ing Sakura , il Graphic Novel firmato da Giulio Macaione, edito da Panini Comics (leggi qui la nostra recensione).
Il 29 Ottobre in libreria e fumetteria arriverà il secondo volume dell’opera, quello che porrà fine alle (dis)avventure di Chloe e José e del loro viaggio in Giappone.
F***ing Sakura, dove eravamo rimasti
Attenzione: se non avete letto il primo volume del graphic novel, quanto segue potrebbe rappresentare uno spoiler.
José e Cloe sono arrivati in Giappone, ma le cose non sono andate come i due avevano previsto. A seguito di un brutto litigio in aereo, José “abbandona” Cloe, che di colpo si trova sola e sperduta in un paese che non voleva nemmeno visitare.
Mentre José fa la conoscenza di una critica culinaria che sembra attratta da lui, Cloe reinventa il suo look e si sforza di mostrarsi sempre allegra e sorridente sui social, dove è una nota influencer.
La trama del volume conclusivo
Il secondo volume di F***ing Sakura prende il via più o meno da dove si era interrotto il primo. José e Cloe stanno vivendo la loro vacanza in Giappone su strade che sembrano convergere, ma che rimangono parallele.
Più riflessivo del volume introduttivo, F***ing Sakura 2 pone soprattutto l’accento sul percorso intimo ed emotivo dei protagonisti, sul viaggio interiore che li conduce alla conoscenza e alla consapevolezza di se stessi.
In F***ing Sakura 2 la bellezza estetica dell’opera rimane invariata: tanto il tratto quanto la colorazione del Giappone immaginato da Giulio Macaione continuano ad essere una vera gioia per gli occhi.
Il lettore viene immediatamente trasportato di nuovo nella vita di questi due personaggi pieni di dubbi e paure, in un Giappone che tra le pagine si mostra con una doppia facce.
Da una parte i passaggi naturali, gli antichi templi e i ciliegi che sembrano occhieggiare da ogni inquadratura, dall’altra i colori accesi del mondo otaku, tra collezionismo e manga, con un omaggio più o meno aperto ad Ai Yazawa, la creatrice di Nana.
Ma il Giappone non è solo una terra da scoprire ed esplorare, come il più comune dei turisti potrebbe fare: diventa invece il teatro dalle quinte scintillanti in cui si svolge la tragedia umana di non conoscere a fondo il proprio io.
F***ing Sakura, che cos’è l’amore
È soprattutto il personaggio di Cloe che riflette su questo aspetto: su come la moderna società ci faccia sempre sentire in difetto se non rispondiamo a canoni dettati da qualcun altro.
Come se lo specchio davanti il quale ci fermiamo ogni giorno non rimandasse la nostra visione, ma quella di chiunque si sia sempre sentito libero di dare un’opinione non richiesta.
F***ing Sakura riflette soprattutto su questo: sul divario che c’è tra quello che desideriamo e il modo in cui la società o i social media ci fanno sentire per questo nostro ambire a qualcosa di generale. Come l’amore, ad esempio.
Naturalmente, prendendo il via da una coppia che è esplosa, F***ing Sakura 2 non perde l’occasione di riflettere anche sull’amore e sull’idea che, più generalmente, tutti abbiamo di esso. E, così facendo, offre una riflessione molto valida.
Con poche frasi, Cloe scardina tutte le convinzioni legate all’amore e all’idea di coppia, soprattutto per quanto riguarda il lato femminile.
Non ci troviamo più davanti una donzella in pericolo che ha bisogno di un uomo per essere salvata. Al contrario: abbiamo una protagonista che, pagina dopo pagina, impara così tanto il suo valore da abbandonare persino la dipendenza dai social media e, più in generale, da un telefono che ci fa sempre sentire sicuri, da qualsiasi parte del mondo.
Cloe impara che l’unico modo per essere veramente al sicuro è sentirsi bene nella propria pelle e avere il coraggio di seguire i propri desideri e le proprie pulsioni. Una riflessione che rende F***ing Sakura non sono una bella lettura, ma anche una profondamente attuale.
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