Tralasciando la categorizzazione “giovani”, sempre un po’ fuorviante, nonché il fatto che i cosiddetti no-mask siano spesso più rappresentati dalle persone di mezza età o più “adulte” (non usiamo il termine boomer, per carità), su quanto è avvenuto c’è molto da riflettere.
Tanto per cominciare, la polemica scaturita in seguito alla telefonata di Conte ai Ferragnez suona sempre sulle stesse note. “Vergogna, perché rivolgersi a questi due, chi dice che i giovani li ascolteranno, non sono capaci di fare niente”, ecc. Eppure, la mossa del presidente, per quanto poco istituzionale, è sensata.
Perché? Perché è una mossa più calcolata di quanto si possa pensare, anche se molti potrebbero fraintenderla come un gesto compiuto per pura popolarità. Certo, conta anche quella, perché la popolarità di un presidente (e del suo governo) gioca a favore dell’affidabilità delle sue dichiarazioni e delle sue azioni.
E in questo momento, la credibilità nelle istituzioni è tutto, perché non c’è altro tra noi e il virus. Tenendo presente questo obiettivo, Conte si affida a due personaggi ultra-popolari per colmare quel secolare divario tra governanti e governati che, mai come ora, significa mancanza di comunicazione e pericolo per tutti.
Non occorre McLuhan per sapere che oggi i “giovani” (diciamo dai trenta in giù) non seguono la televisione, non ascoltano la radio, ma passano la giornata sui social, tra i quali specialmente Instagram. E chi è, in Italia, il personaggio più seguito su Instagram? Chiara Ferragni, con 21,5 milioni di follower.
E nemmeno il marito, Federico Lucia (Fedez) sfigura, con 11,1 milioni di follower. Il problema è che gran parte d’Italia (la parte, ahinoi, più “matura”) stenta ancora a comprendere i cambiamenti intervenuti nel panorama mediatico italiano (ma anche mondiale) negli ultimi vent’anni.
Da semplice passatempo i social sono diventati vere e proprie estensioni virtuali delle nostre vite e tra il pericolo della costante diffusione delle fake news, proliferano hater e troll. Il tutto crea una incomprensibile confusione, a fronte della quale molti preferiscono affidarsi ancora alla verticalità rassicurante della tv o dei giornali di carta.
Ma l’impatto dei social non si può più negare, né a livello mediatico, né a livello culturale. Quando la Galleria degli Uffizi a Firenze si è affidata appunto alla Ferragni per aumentare la propria popolarità, l’ha fatto con criterio, ottenendo prontamente il risultato sperato. Il digital marketing è una realtà, che piaccia o non piaccia.
Ora, la questione non è capire come funziona il sistema in base all’economia di Internet e dei social. Questo è un problema molto più complesso, da affrontare in altra sede. La questione è: c’è un’emergenza, bisogna affrontarla, subito. Qual è il modo migliore per farlo? Esattamente questo: chiamare i Ferragnez.
Già a febbraio, prima ancora della quarantena, del resto Conte si era rivolto ad un altro personaggio popolare, della “vecchia” televisione stavolta, per aiutare la popolazione a capire cosa stesse succedendo: Amadeus. Il presentatore, reduce dall’enorme successo di Sanremo 2020, era popolarissimo e perciò aveva probabilità di essere ascoltato.
La logica è semplicemente questa. Le motivazioni ideologiche (o anche economiche, se si preferisce) vengono molto, ma molto dopo ciò che è necessario fare in primis per la sicurezza di tutti. E se la “terribile” decisione da prendersi in questo caso è solo quella di dover chiedere aiuto ai Ferragnez, bè dobbiamo ritenerci fortunati.